Crisi idrica, il piano di emergenza è il grande assente

Sono cinque i Comuni della provincia di Enna appesi al filo d’acqua che continua, sempre più lentamente, ad alimentare le rispettive condotte idriche e tra questi, ironia della sorte, il Comune di Troina dove ha sede il prosciugato invaso Ancipa.

La fortuna di avere fonti

Ciò che sta emergendo in questa drammatica fase emergenziale dovuta alla carenza idrica, e che la dice lunga sul modo di assicurare l’universalità di un servizio essenziale come quello idrico, è il fattore “fortuna”. Infatti, i Comuni che sono riusciti a trovare pozzi e sorgenti naturali nei rispettivi territori hanno già ridotto notevolmente le turnazioni dell’erogazione, mentre i Comuni che risultano sprovvisti di tali fonti di approvvigionamento sono costretti a dipendere da ciò che rimane nell’invaso Ancipa.

La pianificazione è assente

In sostanza, si sta delineando uno scenario in cui l’azione dell’uomo passa decisamente in subordine rispetto a quella della natura, né più e né meno di quanto avveniva durante le arcaiche civiltà fluviali in cui i villaggi si insediavano e si sviluppavano presso le rive dei grandi fiumi in modo da poter contare su una fonte d’acqua dolce inesauribile. Dopo 6 mila anni circa, l’uomo del turbo capitalismo e dell’intelligenza artificiale, è costretto alla resa per non essere riuscito neanche a dotarsi di strumenti per la gestione pianificata di un rischio siccità che era già stato anticipato dalle discipline di settore.

La protesta del sindaco di Troina

Il fatto che oggi il Sindaco di Troina si stia preparando a promuovere forme di protesta eclatanti dimostra inconfutabilmente che l’Autorità d’ambito (ieri ATO-5 e oggi ATI) alla quale il legislatore ha affidato il governo del servizio idrico, sottraendolo ai Comuni, non si è mai dotata del prescritto piano di emergenza in caso di carenza idrica. L’accertata inadeguatezza di pozzi e sorgenti naturali nei territori sfortunati di Nicosia, Troina, Gagliano, Cerami e Sperlinga avrebbe infatti dovuto suggerire in questi anni ai rispettivi Sindaci di adottare, in seno all’Assemblea Territoriale Idrica, misure alternative per non arrivare oggi allo
sciopero della fame.