E’ saltata, ufficialmente, “a causa di problemi organizzativi dell’Arma dei Carabinieri” come scrive il sindaco di Pietraperzia sui social, la festa della Virgo Fidelis, patrona dell’Arma, con la Fanfara del XII Reggimento Palermo e la celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo Rosario Gisana nella Chiesa Madre di Pietraperzia. Una notizia che è stata lanciata dal quotidiano La Repubblica.
Eppure, qualche giorno prima una lettera era arrivata al comando provinciale, regionale e generale dei carabinieri: a firmarla è stato Antonio Messina, l’archeologo che denunciò don Giuseppe Rugolo poi condannato nel marzo scorso per violenza sessuale a 4 anni e 6 mesi di reclusione.
“Trovo davvero inquietante che nella Diocesi di Piazza Armerina, il vescovo, Rosario Gisana, che i giudici del Tribunale di Enna, nelle motivazioni della sentenza di condanna a Giuseppe Rugolo per violenza sessuale aggravata a danno di minori definiscono “facilitatore dell’attività predatoria del prelato” continuino ad officiare celebrazioni ufficiali accanto ad istituzioni e rappresentanti delle forze dell’ordine” si legge in uno stralcio della lettera dell’archeologo ennese.
Le parole dello stesso sindaco di Pietraperzia infittiscono il mistero attorno a questa vicenda: “Mi ha chiamato direttamente il comandante di Enna e mi ha detto di bloccare tutto”. Nessun commento dal comando carabinieri di Enna.
Nella sua lettera, Messina tira fuori anche un’altra circostanza che, a suo avviso, stona: il funerale di Larimar Annaloro, la ragazza di 15enne trovata impiccata nella sua proprietà, officiato dal vescovo di Piazza Armerina. “E penso che se qualche giovane volesse denunciare un abuso, a chi dovrebbe rivolgersi quando le istituzioni continuano a stare accanto a chi ha favorito un abuso. Lo dice la sentenza, non io”