Aumento della temperatura ed accelerazione del processo di desertificazione già in atto su vaste aree. E’ questo lo scenario descritto da SiciliAntica Provinciale di Enna in merito alla realizzazione degli impianti fotovoltaici nel territorio ennese a seguito della catena di richieste avanzate dalle aziende alla Regione siciliana e denunciate dal deputato regionale del Pd, Fabio Venezia.
Le conseguenze del passaggio di consegne tra le produzioni agricole ed i parchi fotovoltaici si annunciano devastanti. “Avremo l’impoverimento vegetativo, dovuto -si legge nell’analisi SiciliAntica Provinciale di Enna – alla mancata coltivazione dei campi e il conseguente rivestimento di elevate superfici con pannelli di colore nero porterà ad un aumento della temperatura nelle zone interessate, accelerando un processo di desertificazione già in atto su vaste aree, come dimostra anche uno studio internazionale condotto dal prof. Christian Mulder (cattedra di Ecologia all’Università di Catania) secondo il quale la nostra isola va verso un progressivo inaridimento che la colloca in una desertificazione di tipologia libica”.
Secondo l’associazione, in altre regioni sono stati posti dei limiti mentre in Sicilia addirittura si bloccano i piani paesaggistici.
“Alcune regioni, come il Veneto e la Toscana, a protezione – spiegano – dei loro territori, hanno posto dei vincoli sulle centrali fotovoltaiche ed eoliche limitandone in maniera ferrea numero ed estensione. Una lodevole lungimiranza che purtroppo non sembrano possedere gli amministratori e i governanti della nostra bella isola. Basti pensare ad esempio, al Piano Paesaggistico della Provincia di Enna, bloccato inspiegabilmente da parecchi anni alla Regione Sicilia; la mancanza di questo importante presidio di osservanza delle leggi in materia ambientale, culturale e paesaggistica, ha favorito, e continua a favorire, il proliferare di impianti eolici e fotovoltaici nel territorio ennese, rivelandosi così sempre più appetibile alle potenti lobby dell’energia”.
“La Regione Siciliana ha fior di dirigenti strapagati con i soldi dei contribuenti, cui competerebbe la realizzazione di un piano energetico regionale ad impatto zero, senza arrecare danni all’agricoltura, al paesaggio e al patrimonio culturale, a questo punto ci chiediamo se siano effettivamente in grado di farlo. Quel che è certo, invece, è che anche in questo caso a prevalere è, more solito, la logica del business ad ogni costo, quindi porte spalancate agli assalti di speculatori, affaristi e mafiosi”