“Nel bel mezzo della più pesante crisi idrica degli ultimi vent’anni Siciliacque pensa di poter garantire i servizi con un personale ridotto all’osso”. Lo afferma Raffaele Loddo di Federenergia Cisal in merito alla situazione del personale di Siciliacque che, secondo il sindacato, non è ormai sufficiente, soprattutto in un periodo come questo: con la crisi idrica che sta devastando la provincia ennese e le altre della Sicilia centrale.
“La pazienza dei lavoratori è finita: convocata in Prefettura a Palermo, Siciliacque non ha fornito risposte
a nessuna delle legittime rivendicazioni avanzate da Federenergia Cisal e la conseguenza non potrà che essere la continuazione della nostra protesta con la proclamazione dello sciopero per l’inizio di
dicembre”
Secondo Raffaele Loddo di Federenergia Cisal sono sottoposti a “turni che spesso vanno oltre le 13 ore
giornaliere e reperibilità che superano in alcuni casi le 12 giornate al mese. Da anni attendiamo l’automazione, a questo si aggiunga il concreto rischio di non rinnovare gli interinali, la mortificazione delle professionalità e una nuova struttura aziendale che riteniamo inefficace. Se Siciliacque pensa di poter andare avanti con carichi di lavoro insostenibili, si sbaglia di grosso: siamo
pronti a incrociare le braccia”.