I Comitati cittadini ennesi, coordinati da Carlo Garofalo- attraverso un loro documento- propongono a tutti i 20 consigli comunali della provincia, di votare un ordine del giorno riguardante l’emergenza idrica
che sta flagellando l’entroterra siciliano. L’associazione- presente sul territorio ennese da 20 anni circa e da sempre in lotta contro la privatizzazione dei servizi essenziali quali acqua e rifiuti, promotrice nel
2015 della legge regionale sull’acqua pubblica- afferma in premessa che sull’attuale emergenza idrica, la causa non è solo dei cambiamenti climatici e della siccità che ha messo a nudo i limiti del processo di
privatizzazione del servizio idrico in Provincia di Enna.
Tuttavia, al netto di tutto, ciò ritengono che al momento attuale gli sforzi unanimi debbano tendere alla ricerca di fonti idriche alternative che possano ridurre i disagi. Per tale ragione hanno elaborato una bozza di ordine del giorno da discutere ed essere approvata nei consigli comunali con l’obiettivo di impegnare i sindaci a portare nelle sedi opportune (assemblea ATI) le istanze che provengono dai territori in difficoltà.
Tutto ciò in considerazione del fatto che “l’evento della siccità non è un fenomeno accaduto in maniera improvvisa, ma previsto da tempo, già con le prime rivendicazioni degli imprenditori agricoli nello scorso
febbraio e che l’art. 7 lettera i) dello Statuto dell’ATI prevede che “l’assemblea approva il piano di emergenza per la crisi idropotabile”, piano redatto dal gestore nel lontano 2005 e che non è stato mai rivisto dall’ATI alla luce del fenomeno che stava per realizzarsi”.
I comitati cittadini puntano inoltre l’indice sul gestore affermando che “la gran parte dei vecchi pozzi sono stati dismessi e con essi anche le relative reti di adduzione e che Siciliacque, tra le altre sue funzioni, doveva realizzare le opere infrastrutturali necessarie a captare le acque piovane per poi immetterle nelle reti di distribuzione, compiere tutte le opere di manutenzione, ridurre le perdite delle condotte di distribuzione.”
Per tutto ciò i comitati cittadini chiedono a tutti i consigli comunali di deliberare il seguente ordine del giorno: Istituire presso il Comune, su ordinanza sindacale, una “task force” costituita dal Sindaco o suo delegato, dai rappresentanti del Consiglio Comunale, dall’Ufficio Tecnico, da un rappresentante del gestore ed i rappresentanti dei comitati cittadini locali, che nell’occasione, avendone i requisiti stabiliti con apposita Ordinanza Sindacale, chiedono di essere invitati. La commissione avrà il compito consultivo, propositivo e di controllo sullo stato dei lavori riguardanti l’approvvigionamento dell’acqua supportando le istituzioni a gestire al meglio lo stato di crisi.
Impegnare il Sindaco, nella qualità di rappresentante di questo Ente e componente di diritto dell’assemblea dell’ATI a promuovere presso quest’ultimo tutte le iniziative legali e amministrative utili ed efficaci, volte alla risoluzione della convenzione con Acquaenna; impegnare il Sindaco, nella sua qualità di componente dell’assemblea dell’ATI, di proporre presso lo stesso una rimodulazione della tariffa che
porti ad una sua significativa riduzione e che nessun costo aggiuntivo, derivante da provvedimenti adottati per il venir meno della crisi idrica, sia messo a carico della tariffa
Impegnare il Sindaco, nella sua qualità di componente dell’assemblea dell’ATI, di proporre alla stessa assemblea di verificare se in termini legali ci siano i presupposti per citare per danni la società Siciliacque per gravi inadempienze contrattuali, mancata riduzione delle perdite e al contempo invitare il Presidente della Regione Sicilia a rescindere il contratto con la stessa Siciliacque e ridurre drasticamente il prezzo
all’ingrosso dell’acqua; impegnare il Sindaco, nella sua qualità di componente dell’assemblea
dell’ATI, ad invitare la stessa a predisporre e mettere in campo tutte le iniziative tendenti ad un ritorno alla gestione pubblica dell’acqua, mettendo a frutto esperienze messe in atto in altri territori dello Stato. Impegnare il Sindaco, nella sua qualità di componente dell’assemblea dell’ATI, di proporre la momentanea sospensione dei pagamenti delle bollette in corso e di sospendere sino a quando durerà la crisi idrica la sospensione della bollettazione da parte del gestore.