Tra i tanti misteri attorno alla morta della 15enne trovata con un cappio al collo martedì scorso nella sua proprietà, a Piazza Armerina, ne è spuntato un altro. Un bigliettino, strappato da un quaderno con la scritta “Ti amerò anche nella prossima vita” e firmato “Lari”, come tutti chiamavano la studentessa, che, secondo qualche ricostruzione circolata negli ambienti dei ragazzi, avrebbe chiesto ad un compagno di consegnarlo al suo fidanzato. Quel pizzino è stato consegnato agli agenti del commissariato di polizia di Piazza Armerina.
Quasi un messaggio di addio, considerata la drammatica fine della ragazzina, per cui la Procura di Enna ha aperto una inchiesta per istigazione al suicidio anche se i magistrati della Procura di minori di Caltanissetta hanno preso in mano il fascicolo, disposto il sequestro della salma e fissata l’autopsia da tenersi a Enna il 13 novembre.
Nel servizio andato in onda ieri sul Tg3 Sicilia, la famiglia, però, sostiene che quella non è la calligrafia di Lari: nella versione dei genitori e delle sorelle la studentessa non si è suicidata, qualcuno, a loro avviso, l’avrebbe uccisa.
La madre, nei giorni scorsi, ha detto che per come è stata trovata la figlia, con i piedi legati, l’ipotesi del suicidio non regge. La polizia di Piazza Armerina che indaga sulla vicenda, ha sentito una delle sorelle, il cui interrogatorio è durato tre ore, e poi il padre Roberto e la madre Johary.
Tra le ipotesi che circolano c’è il risentimento di alcune coetanee verso la 15enne, protagonista di una lite con una compagna, forse perché accusata di avere avuto un flirt col suo fidanzato, avvenuta qualche ora prima della morte.
Contestualmente, sempre secondo altre ricostruzioni, alla vittima sarebbe stato mostrato un video, da qui la tesi di una sorta di ricatto sessuale, insomma il revenge porn. Non solo, perché, dagli elementi raccolti dagli inquirenti, emergerebbero pure degli insulti da parte di altre ragazze, per cui il quadro appare molto complesso oltre che ancora confuso.
La ragazza, molto scossa, aveva chiesto alla famiglia di andarla a prendere: alla madre, in auto, le avrebbe detto che era successa una cosa brutta, aggiungendo “poi ti dico”. Una spiegazione che la madre non ha mai avuto, perché una volta a casa, era poi uscita per alcune commissioni, assentandosi per una quarantina di minuti. Al suo rientro ha trovato la figlia impiccata a un albero del giardino