La task force per la ricerca di nuovi pozzi nel territorio di Enna si metterà al lavoro domani mattina ed oltre ai tecnici di AcquaEnna e della Protezione civile ci sarà anche un geologo, Paolo Patrinicola, in rappresentanza del Comitato Senz’Acqua Enna.
E’ quanto emerso ieri sera, al termine dell’assemblea nella sala Cerere, organizzata dal movimento, a cui hanno preso parte Salvatore Cocina, responsabile unico delegato dalla Presidenza della Regione, il presidente di AcquaEnna, Franz Bruno, il presidente dell’Ati idrico, Nino Cammarata ed il sindaco di Enna Maurizio Dipietro, oltre alla presidente del Comitato, Monia Parlato, ed ai legali, Gianpiero Cortese e Giampiero Alfarini.
Nel corso del suo intervento, il geologo Patrinicola si è detto abbastanza convinto della presenza di un pozzo ricavato in contrada Risicallà, della profondità di circa 140 metri, che potrebbe consentire di aumentare la portata d’acqua ad Enna: la città, attualmente, “viaggia” con 13 litri di acqua al secondo proveniente dall’Ancipa ma dal 15 novembre, quando l’invaso riserverà acqua solo a Troina, Sperlinga, Gagliano, Nicosia e Cerami, Enna beneficerà della stessa quantità, garantita dal pozzo Bannatelle 3 e da quello di Leonforte.
Morale della favola: resteranno sempre sei giorni di turnazione idrica e la gente è stanca come si è compreso ieri nell’assemblea nel corso del quale ci sono stati momenti di tensione.
“I cittadini – si legge nella nota di AcquaEnna – hanno manifestato il proprio forte disagio per l’erogazione razionata e, soprattutto, notturna, che costringe a disagi crescenti le famiglie, ma su questo il gestore risponde che sarebbe l’unico sistema per garantire l’erogazione a tutti i cittadini”.
La presidente del Comitato, Monia Parlato, ha anche sollevato la questione delle bollette idriche, che, naturalmente, continuano ad arrivare. “Non le pagheremo” ha arringato la fondatrice del Comitato, del resto lo stesso movimento ha presentato un esposto in Procura per interruzione di pubblico servizio.
In quella stessa zona indicata dal geologo del Comitato, ci sarebbe un altro pozzo come spiegato ieri da un tecnico di AcquaEnna ma, in ogni caso, se si dovesse trovare l’acqua servirà del tempo e soldi, soprattutto se si trattasse di una fonte nuova, per cui servirebbero almeno 200 mila euro. “I soldi ci sono” ha tuonato Cocina, invitando le istituzioni presenti in sala Cerere a trovare più pozzi possibili, specie quelli già esistenti, magari nella disponibilità dei privati: in quel caso, come ribadito dal capo della Cabina di regia, “siamo pronti a requisirli”.
“Inoltre, il presidente dell’Ati, Nino Cammarata – spiegano dal Comitato Senz’Acqua Enna – e ed il Sindaco di Enna Maurizio Dipietro, hanno convenuto sulla possibilità che il Comune di Piazza Armerina possa cedere una quota consistente di acqua insistente nel proprio territorio, zona “Canali”, eccedente rispetto al fabbisogno locale, tramite collegamenti anche extracondotta; in tal caso, però, sarebbe necessario un provvedimento della Prefettura che, essendo sovraterrioriale rispetto ai singoli comuni, possa disporre in merito, avendone le competenze amministrative”.
In merito ad altri pozzi, sono in corso i lavori per i Bannatelle 2 e 5 che dovrebbero essere pronti, come ribadito da AcquaEnna, nel volgere di poco tempo.