“La tragica notizia del suicidio della giovane quindicenne di Enna, impiccatasi nella sua casa di campagna ci scuote profondamente e ci costringe a riflettere sul profondo disagio che colpisce sempre più adolescenti, spesso lasciati soli a combattere battaglie invisibili”. Lo afferma Daniela Mainenti, presidente del Ruo, Research unit one, un centro di ricerca sulla comparazione giuridica e un Gruppo Economico di interesse UK con sede a Londra.
“Questo evento, un dramma insopportabile, si inserisce in un quadro di malessere giovanile che il RUO studia attentamente attraverso le proprie analisi scientifiche, esplorando in particolare le connessioni con la violenza di genere e le pressioni sociali che affliggono i nostri ragazzi”.
In Italia, negli ultimi due anni, si è registrato un aumento del 75 per cento dei casi: ancora una volta, la fascia di età più coinvolta è quella dei giovani e dei giovanissimi, che registra la media di un tentato suicidio al giorno. Numeri in linea anche con quelli dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che indicano da tempo che il rischio di suicidio, durante l’adolescenza e la preadolescenza è alto ed è particolarmente diffuso nei Paesi a basso e medio reddito. Di fatto, rappresenta la seconda causa di morte nei giovani tra i 10 e i 24 anni.
“Il Ruo come centro – si legge nella nota – di ricerca impegnato nel comprendere e affrontare queste problematiche, crede nell’importanza di offrire non solo risposte teoriche, ma soluzioni concrete per sostenere le nuove generazioni. È fondamentale che la società tutta, inclusi gli enti educativi e le famiglie, riconosca e affronti i segnali di disagio, offrendo ai giovani un ambiente sicuro e supportivo” spiega la presidente Mainenti, docente universitaria di diritto penale processuale comparato.