Il dopo Ancipa è iniziato a Enna, tra i Comuni connessi all’invaso ma non totalmente dipendente dall’invaso come Troina, Gagliano, Sperlinga, Cerami e Nicosia.
Ad Enna ed a Calascibetta dalla diga, a partire dal 15 novembre, non arriverà nemmeno una goccia, per gli altri 4, i cosiddetti Ancipa dipendenti, l’approvvigionamento durerà almeno fino alla fine di gennaio 2025 se non dovesse piovere.
Il gestore idrico, come annunciato nelle settimane scorse dal sindaco, sia in Commissione consiliare sia nell’assemblea del Comitato Senz’Acqua Enna, ha individuato tre pozzi per rifornire Enna ma solo quello denominato Bannatelle 3 è pronto per essere utilizzato ed immesso nella rete idrica. Gli altri, il 2 ed il 5, non sono ancora operativi, essendo sorti dei problemi negli scavi che, però, pare essere in via di risoluzione.
Da solo il pozzo Bannatelle 3 non riuscirebbe a garantire l’acqua, circa 13 litri il secondo, cioè la stessa quantità che arriva attualmente dalla diga Ancipa, capace di garantire una turnazione di sei giorni in tutta la città: Enna Alta, Enna Bassa e Pergusa.
E così per coprire la parte di acqua mancante si farà ricorso alle fonte di Leonforte che, come spiegato dal sindaco di Enna, Maurizio Dipietro nelle settimane scorse, produce più risorsa idrica di quanto sia necessaria alla comunità leonfortese. Insomma, c’è un surplus di 8 litri che sarà trasferito nella rete ennese. E poi c’è la questione della fonte di Leonforte per usi irrigui solo che per sfruttarla servirà un potalizzatore ma questo comporterà una tempistica più ampia.