Il consiglio comunale di Troina ha approvato all’unanimità le due mozioni sulla crisi idrica presentate dai gruppi di minoranza Troina Insieme (Alfio Linguanti, Daniela Carrubba e Lucia Gagliano) e Movimento Civico per Troina (Luigi Casabona) con gli emendamenti proposti del gruppo di maggioranza Troina Bene Comune (Martina Amata, Luigi Sotera, Nino Musumeci, Sandro Santa Paola, Valentina Carrubba, Silvio Trovato e Donatella Greco).
Con la prima mozione, il consiglio comunale impegna il sindaco Alfio Giachino a promuovere, nell’ambito ATI di Enna, tutte le iniziative volte alla “risoluzione della convenzione trentennale con Acqua Enna”. Gli altri punti della prima mozione impegnano il sindaco a intraprendere azioni per: valutare l’effettivo utilizzo dei canoni versati da AcquaEnna all’Ati; prevedere un piano di autonomia idrica e relativa gestione attraverso una contratto diretto con Siciliacque; valutare la possibilità di gestione autonoma delle sorgenti di cui dispone il comune nel parco dei Nebrodi alla luce dell’art. 147, comma 2 bis, lettera b), del decreto legislativo n. 152 del 2006, recante norme in materia ambientale; chiedere alla Regione Siciliana di avviare un’iniziativa legislativa per stabilire un’unica tariffa regionale del servizio idrico; inviare la delibera di approvazione della mozione ai presidenti dell’ATI, Regione Siciliana, Ars, Consiglio dei ministri, presidente di Camera dei Deputati e Senato e ai deputati reginali e nazionali del territorio ennese .
Con la seconda mozione il consiglio comunale impegna il sindaco Giachino a proporre all’ATI un’azione amministrativa verso il gestore AcquaEnna per ridurre del 30 per cento l’importo delle bollette del 2023 e del 60 per cento di quelle del 2024. Anche questa delibera, il sindaco deve inviarla alle stesse autorità alle quali deve inviare la prima mozione. L’illustrazione delle due mozioni dei gruppi di minoranza e degli emendamenti del gruppo di maggioranza e il dibattito che n’è seguito, sono stati di buon livello sia sotto il profilo della forma che della sostanza. Tutti i consiglieri intervenuti nella dibattito hanno mostrato di avere una buona conoscenza degli argomenti trattati.
C’è la consapevolezza che per le questioni complesse, come quelle messe in evidenza in maniera drammatica dalla siccità, non ci sono soluzioni semplici, ma soluzioni complesse che richiedono un impegno corale e convinto di tutti, di maggioranza e di minoranza in consiglio comunale. Ci vuole un forte senso di appartenenza a una comunità per affrontare e risolvere una questione complessa, come l’approvvigionamento e la distribuzione dell’acqua per usi produttivi e domestici, che sta pesando sulle condizioni di vita dei cittadini. La situazione che si è venuta a determinare non è solo colpa della siccità e dei cambiamenti climatici. Ci sono responsabilità non trascurabili di AcquaEnna e di Siciliacque e degli enti che avrebbero dovuto controllare e vigilare sull’attuazione della convenzione.
C’è la consapevolezza che bisogna cambiare modello di gestione del servizio idrico, facendo buon uso dell’esperienza fatta con AcquaEnna, che è il nome che si dà agli errori. Il modello di gestione servizio idrico non può essere ispirato alla logica del profitto che travalica l’interesse generale. Aver subordinato l’interesse generale al profitto, è stato un errore.