L’interpretazione della sindaca Draià, secondo cui l’operato del commissario ad acta sarebbe stato corretto nell’approvazione del piano di rientro 2022, viene seccamente contestata dai due
consiglieri di opposizione Bruno e Speranza, che, come si ricorderà, avevano inoltrato ricorso contro il provvedimento del commissario, all’assessorato regionale delle Autonomie locali.
Del non accoglimento del ricorso ne aveva dato notizia ieri sulla nostra testata la stessa sindaca. “Il nostro ricorso avverso la delibera commissariale -scrivono in una nota i due consiglieri Bruno e Speranza- ha portato in evidenza una serie di illegittimità perpetrate dal commissario straordinario e, su tali questioni,
abbiamo chiesto all’assessorato di volersi esprimere nel merito della procedura adottata al fine di dare certezza agli organi deliberanti. L’assessorato con nota del 18 ottobre -aggiungono- ha risposto invitando i consiglieri comunali a proporre ricorso al TAR Sicilia, non ritenendo opportuno esprimersi nel merito della vicenda da noi sollevata. Riteniamo indicativo tale comportamento dell’assessorato, il quale invita i consiglieri a ricorrere al TAR possibilmente perché consapevole della gravità delle incongruenze da noi sollevate con il ricorso. Detto questo, considerando l’elevato impegno economico da sostenere per
effettuare un ricorso al TAR, stiamo prendendo in considerazione questa e altre soluzioni per garantire il rispetto della procedura amministrativa all’interno del nostro Ente.”
In ultimo una chiosa i due consiglieri la dedicano alle dichiarazioni finali della sindaca quando affermava che i consiglieri Bruno e Speranza “continuano ad arricchire la loro collezione di flop politici confermati non dalle parole ma dai fatti”. In merito a queste ultime -i due consiglieri concludono- “non intendiamo esprimerci in quanto caratteristico di un comportamento bullesco, provocatorio ed irrispettoso non solo dei ruoli istituzionali ma anche delle persone. Non ultimo non possiamo ricevere lezioni da chi si ritrova a
pagare per un danno erariale causato proprio dalle fantasiose interpretazioni delle norme come in questo caso.”