In Sicilia si sta sperimentando l’«intelligenza differenziata», un mix di «autonomia differenziata» e «intelligenza artificiale», che abilita la pirandelliana classe politica regionale a fare tutto e il contrario di tutto, facendolo passare per normalità. In forza di tale performance, il legislatore siciliano è riuscito a sostituire le Province regionali con i Liberi Consorzi comunali e con le Città metropolitane, commissariandone la governance.
Dopo una tentata introduzione dell’elezione diretta dell’organo di governo stoppata dalla Corte costituzionale, si è sperimentata una lunga fase di commissariamento, anch’essa censurata dalla Corte costituzionale. Per arrivare alla data del 15 dicembre 2024, data individuata dal Governo regionale per consentire l’elezione degli organi di governo di tali enti con l’elezione di 2° grado.
Ma poiché gli eccipienti della somministrata «intelligenza differenziata» sono a rilascio lento, ecco spuntare dal cilindro di alcune forze politiche un disegno di legge miracoloso finalizzato a bloccare la programmata elezione, nel temerario tentativo di reintrodurre l’elezione diretta degli organi di governo nei Liberi consorzi comunali che, com’è ormai noto, sono enti strumentali dei Comuni e come tali sprovvisti di autonomia politica.
“Così è se vi pare”, avrebbe chiosato Pirandello, ma nel frattempo la consorella Regione a statuto speciale Friuli Venezia Giulia, che gode della sola «autonomia differenziata», fa approvare alla Camera dei Deputati la modifica al proprio statuto (di rango costituzionale) finalizzata all’introduzione degli enti di area vasta
nell’ordinamento regionale.
Il tutto, mentre si attende la decisione della Corte costituzionale, chiamata dal Tar di Palermo, a seguito del ricorso presentato dal Comune di Enna, a valutare la legittimità dell’ultima proroga del nominato Commissario straordinario del Libero Consorzio comunale di Enna. Siamo pronti a scommettere che i colpi di scena non sono cessati.