Enna-Cronaca

Comitato Senz’Acqua Enna, “i politici hanno fallito, non li vogliamo con noi”

Il Comitato Senz’Acqua Enna ribadisce il suo no al coinvolgimento della classe politica nella sua azione in difesa degli interessi della comunità ennese devastata da un’emergenza idrica senza precedenti.

L’assemblea e la manifestazione a Palermo

Nell’assemblea di ieri, nella sala Cerere, il direttivo del movimento, presieduto da Monia Parlato, in merito ad una manifestazione da tenersi a Palermo, la “casa” della Regione, per spingere l’amministrazione dell’isola ad approntare piani certi per lenire i grossi disagi di un intero territorio, costretto, peraltro, a pagare bollette salatissime a fronte di una pesantissima turnazione idrica, si è dichiarato contrario alla partecipazione degli esponenti politici, come, invece, suggerito stamane, in una intervista rilasciata a ViviEnna da Fedele Cameli, promotore di un Movimento provinciale ennese per coordinare le azioni in difesa del diritto all’acqua.

La stoccata

La risposta del Comitato Senz’Acqua Enna, articolata in una lunga nota, è arrivata nel pomeriggio. “Visto il rifiorire di comitati cittadini ed altri organismi, stranamente sottotraccia fino ad oggi ed improvvisamente riemersi ed interessati alle iniziative in favore della popolazione”, il Comitato “non intende aderire ad iniziative che coinvolgano, a qualunque livello, politici ed altri soggetti che, avendone l’opportunità nelle sedi istituzionali, non rendano conto alla cittadinanza che li ha eletti di quanto hanno fatto nelle loro funzioni per evitare che la situazione arrivasse al punto di, quasi, non ritorno in cui oggi ci troviamo”

Ognuno per la propria strada

Il Comitato, in merito ai compiti della politica, sostiene che “chi si trova nelle deputazioni regionali o nazionali, chi svolge attività di consigliere comunale o assessore, può benissimo attivarsi nella propria quotidiana veste per aiutare i cittadini a risolvere il problema”.

Unica deroga è il sindaco

L’unico interlocutore scelto dal Comitato è il sindaco di Enna, Maurizio Dipietro, che ieri, nel corso dell’assemblea a cui ha preso parte anche la dirigente Delfina Voria, si è detto disponibile a “marciare” con loro a Palermo.

“Il Sindaco di Enna, nella sua qualità di rappresentante – si legge nella nota – del Comune e dei suoi concittadini, è stato investito in quanto tale delle nostre legittime rimostranze e richieste di spiegazioni, assolvendo al suo compito nel momento in cui ha informato il Comitato ed i suoi associati sullo stato dell’arte, certamente assai poco rassicurante per la verità”.

“Non siamo un sostegno elettorale”

Il direttivo del Comitato fiuta aria di elezioni, del resto ad Enna si voterà nel 2025. “Ma chi rappresenta il nostro territorio – spiegano nella nota i componenti del direttivo – a tutti i livelli nelle istituzioni regionali e nazionali, sperabilmente con l’autorevolezza di chi non abbia avuto ruoli nel passato o scheletri nell’armadio, si manifesti nelle sedi appropriati e renda il conto ai cittadini, senza immaginare che il nostro Comitato possa svolgere ruolo di sostegno ed accompagnamento ad eventuali appuntamenti elettorali per poi essere scaricato al momento in cui non dovesse più servire, senza che la situazione emergenza idrica abbia trovato soluzione nel frattempo”.

L’attacco a Lantieri e Venezia

Proprio ieri, i deputati regionali, Fabio Venezia (Pd) e Luisa Lantieri (Forza Italia) hanno annunciato la presentazione di un emendamento al Bilancio della Regione di 16 milioni di euro, finalizzati al taglio della bolletta idrica ed i lavori nella rete idrica.

“Leggiamo di una iniziativa dei due deputati regionali del territorio, lodevolmente riuniti fra maggioranza ed opposizione, tendente – dicono gli esponenti del Comitato – ad una specie di bonus sulla bolletta per il corrente anno, un pannicello caldo persino offensivo nei riguardi di una popolazione ennese che ha sempre pagato, tacendo sulla bolletta più cara d’Italia, a fronte di una erogazione ordinaria del servizio me che, oggi, ovviamente, contesta la bolletta non perché accampi contributi e sostegni fini a sé stessi, che peraltro varrebbero solo per quest’anno e, probabilmente, metterebbero al sicuro gli incassi del gestore privato,  ma semplicemente perché il servizio sostanzialmente “Non esiste”.

“Niente elemosine, classe politica ha fallito”

Il giudizio del Comitato sulla classe politica è senza appello. “Ci sarà tempo e modo per contestare la bolletta, ma adesso vogliamo l’acqua quale diritto inalienabile dell’uomo, le elemosine non ci interessano e non ci interessa il perseguimento degli obiettivi attraverso un ulteriore affidamento ad una classe politica regionale che ha fallito venti anni fa, con la sciagurata ed illegittima scelta di privatizzare l’acqua ed oggi tenta di riaccreditarsi dopo averci condotto ormai sull’orlo dell’emergenza cronica”.

Ritorno alla gestione pubblica

Il Comitato indica la strada della gestione pubblica, votata peraltro con un referendum del 2011. “Se i nostri rappresentanti locali vogliono fare davvero qualcosa di utile per le collettività, si facciano promotori di iniziative legislative in tal senso, altrimenti noi ci facciamo la nostra protesta ed essi gentilmente, almeno per quanto ci riguarda, si facciano da parte e paghino per questo fallimento”

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