Enna-Cronaca

Assemblea su crisi idrica, Comitato e sindaco, “andiamo a Palermo”

“Sindaco, è disposto a venire con noi a Palermo?” “Per quanto mi riguarda, possiamo andare anche domani mattina”. Il Comitato Senz’Acqua Enna ed il sindaco di Enna, Maurizio Dipietro, nel corso dell’assemblea tenutasi nella sala Cerere, si sono trovati concordi nell’organizzare una manifestazione nella sede della Regione siciliana “per chiedere cosa hanno intenzione di fare per l’emergenza idrica e con quali risorse procederanno” ha detto il primo cittadino.

Una iniziativa “aperta a tutti” ha detto la presidente del Comitato, Monia Parlato, per cui “predisponiamo dei pullman ed andiamo tutti a Palermo per reclamare il nostro diritto all’acqua” ha chiosato la presidente.

Il sindaco sulla gestione privata

Nel suo intervento, il sindaco, Maurizio Dipietro, ha illustrato quali sono i piani previsti dalla Cabina di Regia per l’emergenza idrica, costola del Governo Schifani, ma ha voluto precisare che le competenze dei sindaci sul tema dell’acqua è pari allo zero, dopo che “dal 2005 si è deciso di far gestire il servizio ai privati”.

I pozzi

In merito ai 3 pozzi Bannatello, il sindaco ha sostenuto che, dopo il passaggio di consegne ai privati, sono passati nella disponibilità di AcquaEnna ma sono stati poi abbandonati per una “scelta politica della Regione che ha puntato tutto sugli invasi” ha detto Dipietro.

La riattivazione non è, dunque, semplice, ma, in ogni caso, comporteranno una portata d’acqua pari a 10 litri il secondo, più o meno quanto arriva dall’Ancipa, che corre veloce verso l’esaurimento. La pioggia di sabato ha portato poca acqua, probabilmente la deadline sarà spostata di pochi giorni rispetto al 15 novembre, la data di fine erogazione indicata dalla Regione. “Il pozzo Bannatello 3 – ha detto il sindaco – sarà attivato in una settimana, ci vorrà circa un mese per gli altri due”.

L’acqua con carica batterica e presenza di metalli

Il sindaco ha poi discusso dei pozzi privati: ne sono stati individuati due ma “con un carica batterica e presenza di metalli superiori alla norma”, per cui servirà miscelare quest’acqua con quella degli altri pozzi perché rientri nei parametri. In ogni caso, secondo quanto detto da Dipietro, la risorsa idrica non andrebbe nella rete comunale di Enna ma nella diga Ancipa che la distribuirebbe su vasta scala.

Il caso Leonforte

Il sindaco ha rispolverato la storia delle fonti provenienti da Leonforte: è un Comune “che gode di un surplus di acqua” ha detto Dipietro, per cui è possibile stornarne 8 litri per immetterli nella rete idrica ennese.

Servirà un intervento strutturale, non di grossa portata, ma “ci hanno assicurato dalla Regione che i soldi ci sono” ha aggiunto il sindaco. In merito ai tempi di realizzazione, Dipietro ha spiegato che servirebbe “una settimana, al massimo 10 giorni”. E poi c’è la questione della fonte di Leonforte per usi irrigui “ma servirà un potalizzatore”, e questo comporterà una tempistica più ampia.

Separarsi da AcquaEnna? “Non ci sono le condizioni”

L’assemblea, moderata dalla giornalista Tiziana Tavella, ha anche posto all’attenzione del sindaco l’ipotesi della rescissione del contratto con AcquaEnna. “Per me, al momento, non ci sono le condizioni. C’erano nel 2015 quando ancora esisteva una clausola risolutiva nel contratto tra Ato idrico e privato che disponeva lo scioglimento automatico. Vi fu un’assemblea e tutti gli amministratori, tranne me e l’assessore di Troina, votarono contro la clausola. Ci sono i documenti a testimoniarlo”.

La class action

Ha parlato all’inizio dell’assemblea uno degli avvocati del Comitato, l’avvocato Gianpiero Cortese che ha posto all’attenzione dei partecipanti le azioni legali fin qui intraprese, tra cui l’esposto in Procura per interruzione di pubblico servizio. In programma c’è la contestazione delle bollette idriche ritenute irregolari e poi la class action.

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Gaetano Scariolo