Festival nazionale Talè Talè Talia, seconda giornata

Per la sua seconda giornata al Teatro comunale Francesco

Paolo Neglia, il Festival nazionale Talè Talè Talia, scava

nella memoria più recente e mette al centro due storie

contemporanee, diverse, ma ugualmente nevralgiche, per

spiegare il bisogno di ribellarsi ad ogni forma di illegalità

raccontando con i linguaggi del teatro di Matteo Messina

Denaro e di Francesca Serio, madre in lotta per avere giustizia

della morte del figlio Salvatore Turiddu Carnevale.

La V edizione del Festival nazionale Talè Talè Talia, giunta

adesso alla sua seconda parte, voluta da Patrizia Fazzi e Paolo

Patrinicola rispettivamente presidente e responsabile artistico

dell’Associazione culturale Belvedere in collaborazione

dell’Associazione culturale Caracò e con il sostegno

dell’Assessorato Sport Turismo e Spettacolo della Regione

Sicilia, ha come protagoniste le scuole e la comunità ennese

sono al centro di questa seconda parte del progetto culturale ed

educativo che mette al centro legalità, rispetto delle differenze

di genere e valore della memoria.

Martedì 22 ottobre la seconda giornata del festival si aprirà

con l’intervista al giornalista d’inchiesta trapanese Giacomo

Di Girolamo e lo spettacolo in streaming con le scuole

“l’invisibile” su Matteo Messina Denaro mentre alle 21 al

Teatro Neglia Luana Rondinelli e i musicanti porteranno in

scena “ Sciara- prima c’agghiorna ”.

Gli spettacoli della seconda giornata del Festival al Teatro

comunale F.P. Neglia:

Ore 10 “L’invisibile”:

Con la regia di Francesco Lambri, nasce per spiegare la terribile

piaga della criminalità organizzata di Cosa Nostra a quanti

qualsiasi sia la loro età, non hanno nozioni della recente storia

italiana, e non hanno seguito le vicende storico-politiche che, nel

grigio, hanno orientato il sentimento di un’intera nazione. Tra

pagine di diario, pizzini veri ed inventati, lettere d’amore, di

rabbia e di sfida, la storia del super latitante Matteo Messina

Denaro. Attraverso le lettere del giornalista trapanese Di Girolamo

e i racconti di Abbate si muove il monologo di una vita di

latitanza in cui i sogni di gloria, ricchezza, potere e fama del più

grande di Matteo Messina Denaro.

Ore 21 “ Sciara- prima c’agghiorna”:

L’ opera teatrale/musicale con Luana Rondinelli per la regia di

Giovanni Carta e le musiche dal vivo dei Musicanti di Gregorio

Caimi è tratta dal romanzo “ Francesca Serio. La madre” di Franco

Blandi.

Quella di Francesca Serio, la madre di Salvatore Carnevale, il

sindacalista barbaramente ucciso dalla mafia il 16 maggio 1955, è

una vicenda umana e giudiziaria avvincente. È la storia di

“Mamma Carnevale”, la prima donna che ebbe il coraggio di

denunciare apertamente la mafia. La piccola e forte contadina dei

Nebrodi, donna anticonvenzionale, nonostante non avesse

studiato, si oppose fermamente agli stereotipi femminili del suo

tempo e fu paladina della lotta alla mafia già nel secondo

dopoguerra. Poverissima, separatasi dal marito, con il figlio

ancora in fasce, si trasferisce a Sciara e, nel tentativo di dare un

futuro migliore a suo figlio, sceglie il duro lavoro nei campi,

accanto agli uomini, senza mai rinunciare anche ai lavori più

pesanti: uno scandalo per una società che relegava le donne tra le

mura domestiche. Subito dopo la Seconda guerra mondiale, il

giovane Salvatore Carnevale sull’onda degli ideali del socialismo,

comincia a occuparsi dei problemi dello sfruttamento dei

lavoratori della terra fino a organizzare l’occupazione delle terre

incolte e chiedere l’applicazione della legge di riforma agraria.

Sottrae tempo al sonno per imparare “le parole”, quelle che legge

nei giornali, attività che ritiene indispensabile per non farsi

prendere in giro dai padroni. Non solo, nella sua povera casa, la

sera organizza incontri con i contadini e insieme studiano il

vocabolario, il libro che tiene costantemente sul suo comodino.

L’attività del giovane contadino e sindacalista viene vista come un

intralcio al potere dei proprietari terrieri e dei mafiosi.

La reazione non tarda: Turiddu Carnevale viene barbaramente

trucidato dalla mafia il 16 maggio 1955. Francesca Serio, che già

era stata accanto al figlio nelle lotte sindacali, dopo l’assassinio

dedica la sua vita alla ricerca di verità e giustizia, denunciando i

mafiosi che più volte avevano minacciato lei e il figlio, riuscendo

a farli condannare in primo grado all'ergastolo, quali autori del

delitto. Purtroppo, come accadeva in quegli anni, il processo

d’appello ribaltò la sentenza. In Cassazione fu posta la parola fine

alle speranze di giustizia di Francesca. Accanto a lei, in questa

battaglia ci fu, dal primo giorno, Sandro Pertini, che non smise

mai di sostenerla e di incoraggiarla. Specchio dell’Italia di quegli

anni, il processo in Cassazione vide in posizioni opposte due futuri

Presidenti della Repubblica: Giovanni Leone, difensore dei

mafiosi imputati, e Sandro Pertini, che con l’Avvocato Francesco

Taormina accompagnò le vicende giudiziarie della povera donna.