“Nella diga Ancipa qualche decina di migliaia di metri cubi e non è variata sensibilmente la scarsità, la stessa cosa nel lago dell’Ogliastro al confine tra Enna e Catania”. Lo afferma Luigi Pasotti, direttore servizio agrometeorologico della Sicilia orientale, che ha analizzato le quantità d’acqua, relativa alla pioggia torrenziale abbattutasi nella giornata di ieri, finita negli invasi.
Naturalmente, le attenzioni degli ennesi sono rivolte alle condizioni dell’Ancipa, la diga che sostanzialmente eroga acqua a tutti i Comuni, alcuni dei quali in via esclusiva, come Nicosia, Gagliano, Cerami, Troina, Sperlinga. Secondo le indicazioni della Cabina di regia, l’Ancipa dovrebbe smettere di fornire acqua a partire dal 15 novembre ma l’acqua piovuta ieri potrebbe spostare la deadline di qualche giorno. Certo, se piovesse ancora sarebbe un bel sospiro di sollievo per le comunità ennesi.
Ma non va scordato un altro aspetto, sollevato da Siciliacque, cioè che un’eccessiva pioggia, paradossalmente, può creare altri danni. ” Le intense piogge potrebbero determinare un eccessivo intorbidimento delle acque presenti negli invasi, determinando interruzioni temporanee dei potabilizzatori e, quindi, brevi sospensioni dell’immissione dell’acqua nella rete idrica” si legge nella nota della società.
A respirare è, però, l’agricoltura. “Le piogge più abbondanti sono cadute nelle zone dove non ci sono invasi come Licata – aggiunge Luigi Pasotti direttore servizio agrometeorologico della Sicilia orientale – C’è un grosso sollievo per la siccità agricola. Gli agricoltori si erano dissanguati in termini economici per pompare acqua dal sottosuolo. Molti pozzi si stavano esaurendo o si erano esauriti”.
Secondo lo stesso Pasotti, “non sono quantitativi eccezionali, ma aiutano a interrompere una situazione veramente difficilissima. Naturalmente abbiamo bisogno di altre piogge che potrebbero arrivare nei prossimi giorni. Resta in questi giorni questa instabilità che promette altre piogge probabilmente meno abbondanti di quelli di queste ore”.
Ma è pur vero, come sottolinea Confagricoltura, che l’acqua caduta andava incanalata verso dighe ed invasi, a testimonianza di una rete infrastrutturale idrica davvero precaria. “Come Confagricoltura avevamo lanciato l’allarme e non vedevamo sfangamenti di dighe, pulizia dei canali e pulizia degli argini ed è bastata una pioggia come quella di questa notte per creare disagi – dice Rosario Marchese Aragona presidente di Confagricoltura Sicilia – e dire che la desideravamo da tempo. Ringraziamo Dio per la pioggia che abbiamo avuto, ma dovevamo essere più pronti”