Consiglio su crisi idrica, Draià, “nuovi pozzi”

Si è consumato ieri sera il consiglio comunale straordinario sull’emergenza idrica. Presenti, per dare spiegazioni sullo stato dell’arte, il presidente dell’Ati idrico Nino Cammarata nonché il direttore generale di AcquaEnna Zappalà e l’arch. Noto.

La relazione della sindaca

Ad aprire il dibattito ed a fare un excursus a tutto tondo su Valguarnera, la sindaca Francesca Draià che ha risposto alle accuse di essersi mossa in ritardo rispetto allo scoppio della crisi. “L’allerta-ha dichiarato Draià- viene dichiarata il 28 giugno scorso ne è seguita un’altra a luglio. Il punto critico però nasce ad agosto allorquando ci viene comunicato che l’acqua sarebbe arrivata ogni 4 giorni a causa della drastica riduzione dell’invaso Ancipa. A toccare il fondo sia noi che altri Comuni è però il 16 settembre quando la cabina di regia ci comunica che da 4 giorni la turnazione passa a 6 giorni. Non solo, ma ci viene detto pure che il Comune avendo risorse idriche proprie, sono costretti a staccarci dall’invaso e da lì vengono a galla i veri problemi, considerato che oltre il numero elevato di giorni, in alcuni quartieri l’acqua arriva col
contagocce ed in alcuni frangenti anche di notte.”

I pozzi

Per quanto riguarda le risorse idriche aggiuntive la sindaca comunica che oltre ad essere entrati in funzioni i pozzi Bosco 2 e Bosco 3, si sta lavorando per mettere in funzione il pozzo “San Bartolo” che dovrebbe dare una discreta quantità d’acqua e se ne stanno monitorando altri che a breve comunicherà. Gli altri pozzi sarebbero il “Pellicane” ed uno di contrada Buglio.

Il direttore di AcquaEnna

Subito dopo interviene il direttore di Acqua Enna Zappalà che tenta di spazzare le accuse mosse alla società dall’intera provincia. “Stiamo facendo il massimo per alleviare i disagi- afferma- noi siamo solo i gestori. Tengo a precisare che a gestire l’Ancipa non siamo noi ma l’autorità di bacino che decide in autonomia l’utilizzo dell’invaso”.

I problemi maggiori nei Comuni del Nord

Riferendosi al campo provinciale ribadisce che i problemi maggiori sono nella parte nord della provincia essendo Ancipa dipendenti, nella parte sud invece i Comuni hanno fonti proprie ed AcquaEnna sta
lavorando per trivellare diversi pozzi. “A Valguarnera -continua- oltre ad aver messo in funzione Bosco 2 e Bosco 3 presto potremo avere delle novità col “San Bartolo” e con altri pozzi. Inoltre stiamo mettendo
a pieno regime anche i quartieri citati dalla sindaca ove da alcuni giorni l’acqua pare arrivare regolarmente.”

Le bollette

All’accusa di far pagare la società bollette molto salate circa 4 euro al mc. così risponde: “Nel corso degli anni abbiamo fatto ingenti investimenti, come il rifacimento in gran parte della Provincia della rete idrica. Ci si dimentica che negli anni 90 la rete era un colabrodo con perdite di oltre il 65%, oggi in parte sanate, riuscendo a garantire il prezioso liquido h 24. Inoltre ci troviamo in una provincia con delle particolarità orografiche, paesi piccoli arroccati in collina e a densità di popolazione scarsa. Il paragone con quanto si paga a Milano o Catania non regge, perché sono città ad alta densità di popolazione e poste in pianura”.

L’architetto Noto: A Valguarnera stiamo lavorando per migliorare la portata e la pressione. Nei quartieri alti adesso la situazione è nettamente migliorata. Per quanto riguarda la comunicazione con la società di cui in molti si lamentano, faccio presente che abbiamo allestito un call-center ove la cittadinanza può comunicare i disagi in tutte le ore del giorno compreso sabato e domenica.”

Cosa ha detto il presidente dell’Ati

A fare una pubblica denuncia sullo stato dell’arte è però il presidente dell’Ati Cammarata che parla senza
peli sulla lingua: “E’ vero- afferma – che AcquaEnna ha fatto in provincia notevoli investimenti sulla rete idrica, ma è come se fossimo ancora all’anno zero. Alla politica corre l’obbligo di intervenire al più
presto con lo stanziamento di nuove risorse per risolvere definitivamente la questione.” Con la cabina di regia passo ore ed ore per trovare soluzioni, ma non basta. La proposta che l’Ati ha fatto è di recuperare quanta più acqua possibile con la trivellazione di nuovi pozzi e col recupero di altri invasi, essendo Enna la provincia ad averne maggiormente, ma quasi tutti inutilizzati. Non possiamo pensare di campare a vita solo con la diga Ancipa, occorre la messa in opera di altri invasi e per questo occorrono dei seri investimenti. Ho chiesto il recupero dell’invaso Blufi, Pozzillo, della diga di Villarosa, ma quello
che ad oggi sembra recuperabile è la diga Nicoletti che può essere alimentata con l’acqua della Granfonte di Leonforte che potrebbe servire ad alimentare i Comuni della zona Nord, Ancipa dipendenti”.
Per quanto riguarda le bollette salate Cammarata fa sapere di aver chiesto ad AcquaEnna la sospensione della bollettazione (ma non delle bollette che è una cosa diversa) e l’abbassamento del tetto del 31%
sugli investimenti rendendolo omogeneo con altre province della regione. “Perché- si è chiesto- in altri territori il tetto è dell’1 o 2% e da noi il 31%? “E sta anche qui il problema delle bollette salate. Ho scritto
alla regione invitandola a ridurre questo gap. Un’altra voce- fa sapere Cammarata- che incide parecchio sull’ammontare delle bollette è il costo dell’energia che è di circa il 10%. “Ecco- conclude- come si arriva
a costi esorbitanti. A tale riguardo ho chiesto alla regione un finanziamento di 6 milioni di euro, se non è possibile averli tutti in finanziaria mettiamone almeno la metà ed utilizziamoli da subito per
risolvere i problemi dell’entroterra siciliano”.

L’opposizione

Al dibattito sono intervenuti pure i consiglieri Speranza, Bruno, D’Angelo e Greco per l’opposizione, Telaro per la maggioranza. I consiglieri hanno posto una serie di domande, in particolare di mettere in funzione tutti i pozzi di cui il Comune dispone, se le autobotti privati sono autorizzate a vendere acqua, se sono tutte in regola, chi li controlla. Come intervenire qualora la situazione precipitasse ancora. Se sono previsti
dei silos di emergenza. Hanno chiesto una maggiora attenzione alle scuole che rischiano di andare in Dad. Come fare per uscire da AcquaEnna e tornare alla gestione pubblica.