Protesta contro Gisana, Cantaro, “mai accusato di favoreggiamento”
Enna-Cronaca - 14/10/2024
“Il mio commento è certamente di parte, posto che agisco ed esprimo il mio pensiero quale legale della Diocesi di Piazza Armerina che, per il mio impegno professionale, come qualsivoglia altro assistito, ivi compresi gli avvocati che hanno ottimamente assistito qualche membro del comitato, viene regolarmente pagato”.
Lo afferma l’avvocato Gabriele Cantaro, legale della Diocesi di Piazza Armerina, tirato in ballo dal Comitato “Non accetto prediche da chi copre un abuso” in merito alle sue contestazioni sulla manifestazione contro il vescovo di Piazza Armerina, Rosario Gisana, in occasione della dedicazione della chiesa di Santa Lucia avvenuta venerdì scorso.
Le riprese con il telefonino
L’avvocato Cantaro è stato accusato dal Comitato di aver ripreso con il telefonino i momenti della manifestazione, ipotizzando una “condotta penalmente rilevante”. Il legale della Diocesi di Piazza Armerina assicura di aver agito nel rispetto della legge e nel caso in questione la sua azione “costituisce legittimo esercizio delle facoltà di indagine difensiva concesse all’avvocato dagli artt. 391 bis e seguenti del codice di procedura penale che da facoltà al difensore (nel caso di specie della Curia e del suo rappresentante) di raccogliere, anche in via preventiva, elementi di prova di eventuali reati in danno di un proprio assistito”.
Le manifestazioni “turbate”
La replica del legale verte anche sulle manifestazioni delle settimane scorse culminate con l’uscita degli esponenti del Comitato dalla chiesa durante la cerimonia religiosa. Secondo l’avvocato Cantaro, “alzarsi ed uscire “silenziosamente “ ma in maniera certamente plateale dopo che il celebrante esce dando inizio alla funzione, costituisce turbativa penalmente rilevante e sanzionata dall.art 405 del codice penale, per come ribadito anche di recente ribadito dalla Cassazione”.
Lo stesso legale afferma, come nel suo primo intervento, che il Comitato non è rappresentativo della comunità religiosa. “La pretesa che una trentina di persone rappresentino la comunità dei fedeli ennesi, pur volendo prescindere dal fatto che esse lo siano o meno, mi pare non regga il confronto con quanti gremivano la Chiesa di Santa Lucia”.
“Vescovo mai accusato di favoreggiamento”
Il Comitato chiede le dimissioni del vescovo Rosario Gisana in quanto i giudici del Tribunale di Enna, nelle motivazioni della sentenza del Tribunale di Enna che ha condannato don Rugolo per violenza sessuale, hanno ritenuto omissivo il comportamento dell’alto prelato. “Rosario Gisana non è stato mai accusato di favoreggiamento” dice Cantato, inoltre “la Curia Vescovile è stata chiamata in causa come responsabile civile per rispondere in solido con l’imputato delle richieste di risarcimento danni” aggiunge il legale.
Il caso della denuncia in Procura su Rugolo
Lo stesso avvocato, tornando sulla decisione dei giudici, sostiene che “il Tribunale di Enna ha giudicato “tardivo” il provvedimento di allontanamento del sacerdote Giuseppe Rugolo – avvenuto comunque in esito all’investigatio previa – e quindi prima che il dott. Antonio Messina presentasse la sua denuncia alla Procura della Repubblica. Tale argomentazione e le disposizioni che ne seguono sono oggetto di impugnazione ed in tale sede se ne discuterà”
Il ruolo del vescovo
Secondo il legale, “la presunta “inazione” da parte del Vescovo è certamente smentita da quanto avviene in sede canonica argomento sul quale, per evidenti ragioni di segreto professionale, non posso in alcun modo riferire. La coerenza e correttezza della condotta del Vescovo sono (e saranno ulteriormente) provate dai fatti e non sulla base di un’infelice espressione – dice Cantaro – usata n un momento in cui la Sua conoscenza dei fatti era certamente parziale ed incompleta. Vi è il massimo rispetto per le finalità di tutela dei minori da ogni tipo di abuso e da chiunque commesso, specie se sacerdote, non vi è altrettanto rispetto per alcune discutibili modalità con cui tale finalità viene portata avanti”