Il Tribunale di Enna ha assolto dall’accusa di abuso d’ufficio perché “il fatto non è più previsto dalla legge come reato” come sostengono Legambiente e Wwf, i 4 imputati finiti sotto processo in merito all’abbattimento dei ruderi della chiesetta di Kamut, avvenuto durante i lavori di messa in sicurezza della SP2 effettuati dopo la frana nel viale Caterina Savoca del novembre 2015.
A giudizio nel 2016 erano finiti Rosario Arena (imprenditore edile), Paolo Puleo (ex dirigente ufficio tecnico comunale di Enna), Fiorella Maria La China e Rosario La Delia (titolari ditte appaltatrici) che, a vario titolo, rispondevano anche di “danneggiamento al patrimonio archeologico e storico nazionale”, “demolizione ed opere senza autorizzazione sui beni culturali”; “lavori su beni paesaggistici senza autorizzazione”; “abbandono di rifiuti speciali”; “falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici” e “subappalto senza autorizzazione dell’autorità pubblica”. Per loro è scattata l’estinzione degli reati contestati per avvenuta prescrizione.
Le Associazioni ambientaliste Legambiente Enna – Circolo degli Erei e WWF Sicilia Centrale si erano costituite in giudizio (difese rispettivamente dagli avvocati Gaetano Cantaro del foro di Enna, e Salvatore Patrì del foro di Caltanissetta) essendo state riconosciute dal GIP come persone offese dai reati addebitati a quattro soggetti. Legambiente e WWF, infatti, nel 2015 avevano denunciato il danneggiamento dei resti dell’antica chiesa Kamut.
Le parti civili Legambiente e WWF esprimono “indignazione e profonda amarezza per questo vero e proprio colpo di spugna con cui si è concluso il processo. L’impossibilità di pervenire ad una sentenza che potesse stabilire le responsabilità degli imputati ed applicare le conseguenti condanne è una palese e mortificante sconfitta per lo Stato e la società civile: “a causa di un processo inspiegabilmente farraginoso e lento – dichiarano Franz Scavuzzo, Presidente Legambiente Circolo degli Erei, ed Ennio Bonfanti, Presidente WWF Sicilia Centrale – la distruzione di un bene culturale con una storia millenaria come la chiesa Kamut resta, di fatto, impunita! Oggi sconfitto è lo Stato che dopo 9 anni stabilisce che non vi sono responsabilità o che quelle che forse vi erano sono prescritte”