Cna, Confartigianato, Casartigiani, Confcommercio, Confesercenti, in una lettera, inviata al presidente della Regione, Renato Schifani, ed all’assessore alle Attività produttive, Edy Tamajo, hanno presentato il conto della crisi idrica che sta colpendo le attività commerciali ed artigianali.
Chiedono, alla luce della grave emergenza che rischia di spazzare via una intera filiera economica, i ristori “per coprire i costi straordinari di approvvigionamento idrico delle imprese”, ed ancora “l’implementazione di un incentivo per il servizio di trasporto di acqua, in previsione di una turnazione prolungata del servizio idrico o, nel peggiore dei casi, di una sua interruzione” ed infine, “la costituzione di una “unità di crisi” per monitorare gli effetti di questa crisi sul sistema economico”
Le associazioni indicano al Governo regionale i settori maggiormente colpiti: “Si tratta di ristoranti, bar e pasticcerie, panifici e produttori di pasta, produzione di bevande, hotel, affittacamere e B&B, acconciatori, estetisti, servizi di toelettatura per animali, autolavaggi e alcune categorie del settore manifatturiero”
Conti alla mano, ci sono commercianti che si stanno svenando per resistere alla crisi e non chiudere. “In alcune zone, il servizio idrico – si legge nella lettera – è stato ridotto fino al 50%, causando una crisi che ha costretto le imprese a trovare soluzioni alternative molto costose, ad esempio, un ristorante deve pagare fino a 200 euro al giorno per rifornirsi di acqua tramite autobotti, aumentando i costi di gestione in maniera insostenibile”.
Le associazioni, pur ribadendo che la crisi sta colpendo il settore agricolo, quest’ultimo è “oggetto di specifici provvedimenti da parte dell’Assessorato all’Agricoltura, il quale prevede incentivi per l’adozione di riserve idriche aggiuntive e ristori, tuttavia, le imprese dei settori sopra indicati stanno sostenendo, da mesi, costi aggiuntivi per l’incremento delle risorse idriche e per il trasporto di acqua potabile, servizio fornito a pagamento da autobotti, queste imprese, anche quando forniscono servizi essenziali, sono escluse dai provvedimenti straordinari della protezione civile”