Autobotti sottoposti ai controlli della Finanza per verificare non solo la qualità dell’acqua, sotto l’aspetto sanitario, ma anche se i fornitori dispongono delle autorizzazioni per la vendita.
Le verifiche sono state compiute nelle ore scorse a Enna nei confronti di un privato che, in quel momento, stava cedendo acqua ad un’attività economica ma, secondo autorevoli fonti investigative, non sono stati presi provvedimenti cautelari nei confronti della stessa azienda fornitrice di acqua.
Insomma, nessun sequestro delle autobotti ma solo una verifica, come disposto dai magistrati della Procura di Enna che hanno aperto un’inchiesta, nelle settimane scorse, allo scopo di verificare se emergono profili di illegalità attorno alla crisi idrica. Sotto osservazione c’è tutta la filiera dell’acqua, d’altra parte i carabinieri, una decina di giorni fa, si sono recati nella sede di AcquaEnna per acquisire alcuni documenti.
I riflettori della Procura sono dunque accesi anche sui fornitori di acqua, quelli che utilizzano le autobotti, i cui affari, in concomitanza dell’emergenza idrica sono cresciuti. E di solito, in questi casi, possono infilarsi in questo segmento di mercato persone spregiudicate che operano nel mercato nero con rischi sanitari notevoli per gli utenti.
Se ne è anche discusso nel corso di un recente Consiglio comunale ad Enna convocato per discutere della crisi idrica. In quell’occasione, il consigliere d’opposizione, Giuseppe Trovato, chiese all’amministrazione di pubblicare un elenco dei fornitori d’acqua autorizzati a tutela dei consumatori ed allo stesso tempo di individuare un piano per porre un tetto ai prezzi.