All’assemblea cittadina sulla crisi idrica convocata da lui stesso e svoltasi ieri sera al cineteatro
Andrea Camilleri, il sindaco Alfio Giachino ha parlato della soluzione alla quale sta lavorando per non far
mancare l’acqua potabile ai suoi concittadini.
Si andrà a prendere l’acqua potabile nell’area etnea e la si porterà con autobotti nei serbatoi comunali troinesi e da qui arriverà nei rubinetti in casa dei cittadini. Tutto questo avrà un costo di cui si farà carico il comune. E sarà un costo che peserà molto sul bilancio comune.
Ed è per questo motivo che Fabio Venezia, assessore comunale e deputato regionale, nella sua veste di parlamentare, ha detto che chiederà al governo regionale interventi per venire in soccorso del
comune di Troina e degli altri comuni impegnati a fronteggiare la crisi idrica. E pare che dal governo
regionale non dovrebbero esserci difficoltà ad accogliere tale richiesta.
Com’era prevedibile, c’era molta gente al cineteatro Camilleri. Tutti i posti a sedere erano occupati. In tanti sono rimasti all’impiedi. Si stima che fossero in tutto circa 250 i partecipanti all’assemblea. Molti dei presenti, oltre ad ascoltare il dibattito che si è sviluppato sulle comunicazioni del sindaco Giachino, hanno contribuito alla discussione con i loro interventi. Il tratto comune a tutti gli interventi è la richiesta di avere fornita l’acqua per scongiurare il ritorno al passato di 75 anni fa quando nei mesi estivi l’acqua veniva fornita con le autobotti ai cittadini muniti di bidoni e vasche per prenderla e portarla a casa.
Non sono mancati i rilievi critici ad AcquaEnna che gestisce il servizio idrico integrato, alla quale si chiede di sospendere la bollettazione e la restituzione agli utenti delle somme riscosse come partite pregresse, e a Siciliacque. Ad entrambe le società si è rimproverato di non aver pensato a diminuire il prelievo di acqua dall’Ancipa e razionarne la distribuzione ad inizio primavera quando già si sapeva che saremmo andati incontro a settembre a serie difficoltà. Probabilmente confidavano nelle piogge ad inizio d’autunno, che non ci sono ancora. E non si sa quando arriveranno.
Eppure si sa che negli ultimi 60 anni ci sono stati sei eventi siccitosi. Quello più grave dell’attuale è avvenuto negli anni 1988-1990. L’ha ricordato anche l’attuale assessore regionale all’agricoltura, Salvatore Barbagallo, nell’intervista rilasciata al quotidiano La Sicilia una settimana fa. Allora perché non hanno iniziato a razionare la fornitura d’acqua a primavera? Perché le due società hanno fatturato per fare profitti. Questo è stato detto da molti degli intervenuti, puntando il dito sulla gestione privatistica del servizio idrico che “non poteva convenientemente affidarsi a chi ne voglia fare motivo di lucro”.
Pesanti rilievi critici sono stati rivolti a AcquaEnna che ignora sistematicamente le segnalazioni delle
perdite di acqua lungo la condotta che cittadini e sindaco le mandano. Ci sono stati interventi mirati ad
individuare i responsabili della seria situazione che Troina e molti altri comuni stanno vivendo con questa
idrica. C’è una responsabilità diffusa che coinvolge enti gestori ed istituzioni. E’ giusto che vengano
individuate. Ma non è questo il momento di ricercarle. Questo è il momento di puntare all’obiettivo
prioritario di garantire comunque l’acqua ai cittadini e di promuovere una forte e coesa mobilitazione
popolare per raggiungerlo. Naturalmente occorre avere chiara anche la prospettiva verso cui muoversi con la consapevolezza che il futuro non dovrà essere come il passato e il presente da lasciarci al più presto dietro le spalle.