Il coordinatore dei comitati cittadini ennesi Carlo Garofalo, che è stato uno dei pionieri provinciali del referendum sull’acqua pubblica nonché tra i maggiori conoscitori delle criticità sul “sistema idrico” in provincia, alla luce dell’esperienza maturata dà la sua ricetta per uscire al più presto possibile dal tunnel della crisi idrica. Costituzione di task force comunali.
“Ogni Comune- afferma Garofalo- ha problematiche e peculiarità diverse, quindi sarebbe utile- a mio avviso- costituire una task force in ognuno di essi operativa e costruttiva, costituita dal sindaco
dai tecnici, da un rappresentante del gestore, da consiglieri comunali e da rappresentanti dei cittadini avente il compito, avvalendosi di una maggiore conoscenza ed esperienza, di proporre nuove soluzioni.
Reperimento nuove fonti idriche. Per Garofalo il reperimento di queste non può assolutamente avvenire sulla base di ordinanze sindacali, ma sulla base di ordinanze della Protezione civile, al fine di ridurre i tempi burocratici per gare e concessioni.
Capitolo concessione di pozzi rilasciati ai privati. Garofalo in tal senso suggerisce che occorre una
mappatura dei pozzi per l’intero territorio siciliano a cura della Protezione civile e deve essere quest’ultima in coordinamento con le Prefetture, a provvedere alla loro requisizione temporanea, lasciando al titolare della licenza la quantità necessaria per le proprie esigenze lavorative. “I Comuni -ha specificato- non hanno pieno titolo per requisire questi pozzi, occorre per tutto ciò l’intervento risolutivo delle Prefetture, quali organo di governo”.
Uso autobotti. “Occorre in questo caso avere innanzitutto rispetto della dignità delle persone. Non bisogna inviare autobotti nei vari quartieri come sta avvenendo in questi giorni, consentendo ai cittadini il riempimento di un bidoncino, ma occorre, attraverso l’utilizzo delle autobotti della Protezione Civile, della
Forestale e dell’Esercito, e se necessario dei privati (con apposite convenzioni), riempire i serbatoi comunali, garantendo la regolare distribuzione attraverso la condotta municipale.
Capitolo bollette. Per Garofalo, occorre che l’assemblea dei sindaci (ATI) chieda ad AcquaEnna
di sospendere momentaneamente la riscossione delle bollette, considerato che le famiglie stanno sopportando costi non indifferenti per approvvigionarsi attraverso autobotti private a costi salatissimi e per munirsi nelle proprie abitazioni di serbatoi di conservazione del prezioso liquido. Ristorazione delle attività commerciali. Per il coordinatore dei comitati cittadini infine, diventa ineludibile a questo punto della situazione, un intervento legislativo da parte della Regione Siciliana per ristorare queste attività, che pur di garantire l’apertura di esse (non si sa sino a quando) sono costrette periodicamente a comprare l’acqua dai privati.