Con i rubinetti a secco per quasi una settimana, senza contare che nel giorno della turnazione, in alcune zone l’acqua arriva a singhiozzo o con una pressione così bassa da impedire di riempire i serbatoi, non resta altro che rivolgersi ai privati. In città circolano le autobotti colme d’acqua, appartenenti ad aziende private che, da questa crisi, ne stanno traendo benefici.
A rifornirsi dai privati ci sono le famiglie, specie quelle numerose o con fragili, e le attività commerciali, che senza risorsa idrica, hanno poca vita. Tra queste ci sono i ristoranti, i bar, le pizzerie e le strutture alberghiere. Ci siamo rivolti ad un ristoratore ennese per capire quanto costa l’acqua.
“Mi sono rivolto ad un privato – racconta il ristoratore che ha il suo locale ad Enna alta – da cui compro 1000 litri di acqua al prezzo di 30 euro. Tenga conto che il mio serbatoio è di 1200 litri, per cui ogni due giorni sono costretto a fare una ricarica. C’è, però, un altro aspetto da considerare: che apro solo la sera, questo vuol dire che se lavorassi l’intera giornata il consumo sarebbe raddoppiato”.
Le autobotti di AcquaEnna, come precisa la stessa società, non forniscono acqua all’utenza. Una comunicazione figlia, evidentemente, di notizie false circa l’approvvigionamento idrico ad alcuni residenti.
“AcquaEnna, in riferimento agli interventi con autobotte, precisa che il caricamento delle stesse, presso gli impianti afferenti ai sistemi idrici del territorio provinciale, riguarda esclusivamente l’approvvigionamento delle utenze definite “sensibili”, quali Carcere, Ospedale, RSA, Scuole, ecc. per le quali il gestore deve provvedere secondo le indicazioni fornite dalla Cabina di regia per l’emergenza idrica in Sicilia”