Crisi idrica, irrompe con forza il vento della protesta

Manca l’acqua nell’Ennese, in compenso spira un vento, quello della protesta da parte degli utenti che si stanno organizzando in gruppi o comitati per fare sentire la propria voce.

Le iniziative nell’Ennese

Nelle ore scorse, a Caltanissetta numerose persone sono scese in piazza, davanti alla sede del Comune, per denunciare la mancanza di acqua, ad Enna una manifestazione di protesta si è già registrata oltre una settimana fa con almeno 70 partecipanti che si sono dati appuntamento all’ingresso dei locali di AcquaEnna per denunciare non solo la crisi idrica ma anche i costi del servizio caricati sulle bollette degli utenti, tra le più salate in Italia. Il paradosso che gli utenti sollevano è che a fronte di un servizio non più continuo, l’acqua ad Enna arriva ogni sei giorni, ogni 5 a Pergusa, la spesa annua delle famiglie è elevata.

La proposta di AcquaEnna

Da parte sua, il presidente di AcquaEnna, nel corso del suo intervento in Consiglio comunale, ha spiegato di trovarsi d’accordo con dei ristori agli utenti anche per coloro che hanno scucito i propri soldi per comprare acqua dai privati. Però, dovrebbero concretizzarsi con degli indennizzi che la Regione dovrebbe elargire ai Comuni che, a loro volta, li girerebbero agli utenti. Una procedura, che, comunque, è abbastanza complessa perché poi bisognerebbe individuare chi dovrebbe poi provvedere a dividere i soldi per ogni singolo utente.

Un’altra iniziativa a Valguarnera

Ma nell’Ennese vi sono state altre iniziative cosiddette dal basso, tra cui una tenutasi sabato a Valguarnera: un’assemblea con circa 200 persone, “arringate” da un legale, Giampiero Alfarini, di recente entrato nel Comitato Senz’Acqua Enna, per il quale le bollette idriche emesse dal gestore vanno contestate (ce ne siamo occupati in un articolo leggi qui).

La sfiducia nella politica e le domande degli utenti

I comitati o altre iniziative di protesta, di solito, sorgono quando le amministrazioni pubbliche non riescono a fornire risposte convincenti come per l’emergenza idrica. In fondo quali sono le domande che gli utenti si pongono: Perché, sapendo che in assenza di piogge la diga Ancipa non si sarebbe mai potuta riempire, non sono state trovate alternative? Perché non si è provveduto, almeno un anno fa, a cercare nuove fonti di approvvigionamento idrico, come sta avvenendo in questi due ultimi mesi? Perché non è stato imposto un razionamento idrico già nell’ottobre scorso che sarebbe stato meno drastico rispetto a quello di oggi visto che l’invaso si è ormai prosciugato?

L’allarme sociale

Fin qui, le proteste non sono sfociate in manifestazioni violente ma con il passare delle settimane, con una cronica carenza di acqua, frutto di una drastica turnazione, la situazione potrebbe cambiare e scatenare reazioni anche in virtù di fenomeni speculativi, attorno all’acqua.

Il pericolo del mercato nero

Uno dei pericoli è rappresentato dal mercato nero dell’acqua: di questo ne ha parlato in Consiglio comunale l’esponente dell’opposizione, Giuseppe Trovato che ha chiesto al Comune di Enna di compiere una sorta di censimento delle aziende che forniscono acqua per stroncare sul nascere gli abusivi e contestualmente garantire sulla qualità della risorsa. E poi c’è la questione della speculazione economica: a fronte di una domanda destinata ad aumentare, il prezzo potrebbe salire in modo vertiginoso, da qui l’ipotesi, suggerita da Trovato, di porre dei tetti.