Valguarnera

Crisi idrica, 200 persone in assemblea, accuse ad AcquaEnna e Ati

Lo squillo di tromba per la grave situazione idrica che sta attanagliando l’intera provincia parte da Valguarnera. Duecento persone circa sono state presenti ieri pomeriggio a Valguarnera all’assemblea indetta dal giornalista Arcangelo Santamaria e dall’avvocato Alfarini di Piazza Armerina.

La protesta

Una protesta che parte dal basso e che nell’intenzione dei due, con l’aiuto di altre associazioni e comitati, vogliono coinvolgere nelle prossime settimane anche altri Comuni della Provincia. Il dito, durante l’ora di
assemblea è stato puntato principalmente come era prevedibile su AcquaEnna gestore del servizio, sull’Ati (consorzio Ambito Territoriale) costituito dai sindaci, sulla Regione siciliana e sui politici in generale.

Per i due oratori ci sono delle palesi violazioni del contratto trentennale stipulato con AcquaEnna, non sanzionate dall’Ati che esercita il ruolo di controllo. Nel suo intervento Santamaria ha affermato che di crisi idrica e delle problematiche dell’invaso Ancipa si parla da gennaio: “perché – ha detto- ci si è protratti sino ad agosto per scavare nuovi pozzi e non pensarci allora quando è scattato l’allarme? Riferendosi a Valguarnera- ha aggiunto-in molti quartieri l’acqua non arriva da parecchie settimane,
cosa ha fatto AcquaEnna per alleviare i disagi soprattutto delle persone fragili ed anziane? Perché non ha attivato le autobotti a proprie spese come prevede il contratto nei casi di emergenza? “Invece no, la gente
oltre a pagare a proprie spese le autobotti private deve pagare pure le salatissime bollette che stanno arrivando in questo periodo”.

La rateizzazione

Un altro capitolo toccato è quello della rateizzazione. “In questi giorni stanno arrivando ad utenti per il periodo 2023 e parte del 2024 bollette per migliaia di euro. “Per rateizzare una bolletta, ha riferito a me
AcquaEnna, bisogna recarsi nel capoluogo presso la loro sede, non basta una mail o una pec, strumenti questi non sono accettati. Come fa una persona anziana o un lavoratore a recarsi ad Enna e perdere nella
migliore delle ipotesi una intera mattinata? Ed un disabile? Perché invece non mettere a disposizione un loro dipendente magari una volta ogni due mesi che si reca nei Comuni e soddisfare le esigenze degli
utenti? Questa- ha concluso- è una barca che affonda e che nessuno sta cercando di rimetterla in riva. Dobbiamo dire basta a queste scellerate gestioni e batterci affinché l’acqua torni ad essere pubblica”.

Il parere del legale

Per Alfarini “ci sono delle inadempienze e violazioni contrattuali, nonché delle commistioni tra politica e gestore del servizio. AcquaEnna – ha esordito- è una società privata che cura solo il profitto economico e non le esigenze dei cittadini. Sono tanti i compiti che il gestore ha, ma in molti di essi è inadempiente. Tra i principali, oltre al rifacimento e alla manutenzione della rete idrica ne ha uno basilare che è quello di cercare fonti alternative a quelle esistenti, come la ricerca di nuovi pozzi per usarli all’occorrenza, in momenti così drammatici. Purtroppo nulla di tutto ciò, si è aspettato il mese di agosto per reperirne di nuovi, quando la gente era già con l’acqua alla gola. Il risultato è stato di intervento tardivo, zero acqua e bollette salatissime. Pozzi che tra l’altro erano di proprietà comunale e che sono stati ceduti sciaguratamente al gestore del servizio..”

Bollette esose

Tema fatturazione: “Sono state inviate all’utenza bollette per tutto il 2023 e per questo scorcio del 2024 con cifre da capogiro. Tutto ciò è illegittimo -ha affermato- poiché per legge devono inviarle
ogni bimestre e non meno di 3 bollette annue. Non solo ma queste bollette, da un calcolo fatto, sono state maggiorate di un 30- 40%, poiché come base di calcolo è stata considerata la fascia massima. Tutto
ciò- torno a ripetere, non è affatto legittimo. Ragione per cui chiedo- conclude Alfarini- la sospensione delle bollette e il ricalcolo di esse.

Published by
Rino Caltagirone
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