Il deputato regionale Fabio Venezia ha presentato alcuni giorni fa l’interpellanza al presidente della
Region, Renato Schifani, e all’assessore dell’energia e dei servizi per sapere, Giovanni Di Mauro,
per sapere se non ritengono opportuno “valutare la realizzazione del sistema acquedottistico del torrente
Martello, collegando alla diga Ancipa”. Valutazione cha va fatta nell’ambito del Piano straordinario per
affrontare l’emergenza idrica.
Per la prolungata siccità, l’invaso dell’Ancipa rischia il prosciugamento a metà ottobre, se non cadranno abbondantissime piogge nelle prossime settimane. Venezia è consapevole che non sarà semplice riprendere quel progetto risalente agli anni 1988-1990, che non fu pienamente realizzato per una serie di vicende giudiziarie. Furono realizzate le opere di captazione e dei tratti del canale di gronda
collegato ad un sistema di traverse sui dei torrenti che scorrono sui Nebrodi.
Questo spiega perché Venezia, nella sua interpellanza, parla di “previo necessario approfondimento di natura tecnico-giuridico del sistema acquedottistico del torrente Martello da collegare con la diga Ancipa”. E’ di 12 km il canale di gronda per portare l’acqua dal torrente Martello all’invaso dell’Ancipa. Approfondimento che va fatto, secondo Venezia, convocando un tavolo tecnico “con tutti i soggetti interessati (Autorità di bacino, Ente Parco dei Nebrodi, Enel Green Power, i comuni del territorio ecc.)”.
Quel progetto di 35 anni fa prevedeva anche la realizzazione di un altro canale di gronda lungo 23 km che dal torrente Saraceno avrebbe dovuto portare l’acqua nell’invaso dell’Ancipa, in parallelo con il canale di gronda torrente Martello- Ancipa. Nell’interpellanza di Venezia, non si fa cenno a questo secondo canale di gronda torrente Saraceno-Ancipa. Si fa cenno allo studio dei professori- ingegneri Salvatore Indelicato e Aurelio Misiti nel quale è illustrata “la irrinunciabilità dello schema Ancipa per alimentare i comuni interessati”, ma anche “la possibilità di rinunciare a parte delle acque previste da derivare dai Nebrodi”.