Intimidazione a Nissoria, incendiata sede di un’associazione

Un’intimidazione, culminata con un incendio di matrice dolosa, si è registrata nei giorni scorsi a Nissoria. Secondo quanto emerge in una prima ricostruzione, le fiamme sono state appiccate contro la sede di un’associazione, creando non pochi danni al locale.

La paura

Momenti di apprensione anche per un residente dello stabile visto che l’incendio ha marciato pericolosamente verso la palazzina ma il pericolo è stato scongiurato. Sono state avviate le indagini da parte delle forze dell’ordine, coordinate dai magistrati della Procura di Enna, ma, al momento, non sarebbero emersi elementi in grado di identificare gli autori di questa intimidazione.

Le indagini

Gli inquirenti starebbero provando a capire se qualcuno dei soci possa avere avuto degli screzi con qualcuno anche di poco conto, di certo si tratta di un gesto sconsiderato e violento. C’è sgomento a Nissoria, del resto episodi di questo tipo non se ne sono mai verificati, come tiene a sottolineare il sindaco di Nissoria, Rosario Colianni, che ha espresso solidarietà all’associazione ed al suo presidente.

La solidarietà del sindaco

“A nome mio personale, dell’amministrazione comunale – dice il sindaco di Nissoria – e della cittadinanza tutta che rappresento, esprimo piena solidarietà e vicinanza a Gino Cocuzza, presidente del Circolino denominato “I bastarduna” ed i loro soci, per il gesto vile e criminale perpetrato in danno della loro sede. Si tratta di un gravissimo atto senza precedenti, perpetrato nella nostra piccola comunità”.

Colianni, “pagheranno per quanto fatto”

Il sindaco di Nissoria lancia un anatema contro i responsabili dell’intimidazione. “Auspico che le forze di polizia – dice Colianni – e gli inquirenti pongano in essere tutte le attività investigative necessarie al fine di individuare prima e condannare successivamente, i colpevoli di tale deprecabile atto criminale. A coloro che hanno posto in essere questo vile e miserabile gesto diciamo, che oltre a pagare penalmente per le loro responsabilità, devono vergognarsi di appartenere alla nostra comunità dove da sempre è regnata la serena e tranquilla convivenza nel rispetto delle regole”