Enna-Cronaca

Consorzio autodromo, inchiesta della Procura, sindaco interrogato

C’è una inchiesta della Procura di Enna sulla vicenda legata alla fine del Consorzio autodromo di Pergusa, messo in liquidazione dopo che i soci, Comune, Aci e Libero Consorzio, hanno lasciato scadere lo Statuto.

L’inchiesta della Procura di Enna

Un’iniziativa, quella dei magistrati, presumibilmente nata a seguito delle denunce da parte del sindaco di Enna, Maurizio Dipietro, che ha parlato di “stranezze” nelle modalità con cui si è conclusa l’esperienza pluriennale dell’Ente, adesso sotto il controllo del commissario Mariangela Corbo.

Sindaco ascoltato dagli inquirenti

Il primo cittadino è stato convocato dagli inquirenti per rispondere ad alcune domande tese a comprendere alcuni aspetti da lui stesso evidenziati in una dichiarazione pubblica. Dipietro, nella sua ricostruzione risalente al 7 di agosto, ha raccontato quanto accaduto nella giornata in cui si è consumata la fine del Consorzio, in particolare una telefonata ed un messaggio “che ho ricevuto nel pomeriggio del 31 luglio quando il rappresentante del Libero Consorzio e dell’Aci Enna erano riuniti per non deliberare la proroga di un anno, che pure era la loro proposta, bocciata il giorno prima dall’opposizione consiliare”.

La vicenda

Il primo passo verso la fine del Consorzio autodromo di Pergusa è stato compiuto quando il Consiglio comunale, forte dei voti dell’opposizione, ha votato contro la proposta di proroga di un anno dell’ente presentata da Dipietro ed avallata dagli altri due soci.

Un voto contrario che è stato recepito Aci e Libero Consorzio, i quali, in occasione di due assemblee, quella del 31 luglio e del primo di agosto, non hanno espresso alcun voto, se non prendere atto dell’impossibilità di mantenere in vita il Consorzio.

Il gioco di incastri

Alle due riunioni non ha preso parte il sindaco che ha motivato la sua assenza “strategica”: in poche parole, se avesse partecipato alle assemblee sarebbe stato “costretto” a votare contro la proroga essendosi espresso già il Consiglio comunale.

Dunque, Dipietro confidava nei due soci che, a suo avviso, avrebbero potuto votare la proroga a maggioranza ma il presidente dell’Aci si è tirato indietro sostenendo di avere avuto mandato dal Consiglio direttivo dell’Aci di stipulare modifiche statutarie o proroghe “esclusivamente alla presenza dei 3 soci costituenti il Consorzio”. Una scelta che ha portato il Libero consorzio a constatare “l’assoluta impossibilità a procedere alla votazione della proposta”.

Il lavoro dei magistrati

Ai magistrati della Procura di Enna il compito di comprendere passo dopo passo tutti i passaggi che hanno portato alla fine del Consorzio e soprattutto svelare se vi sono profili di illegalità.

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Gaetano Scariolo