E’ rimasto vittima di un incidente stradale il consigliere comunale del Pd di Enna, Marco Greco, avvenuto nel tardo pomeriggio di ieri intorno alle 17,30. La sua auto, per cause che sono al vaglio delle forze dell’ordine, si è scontrata con un’altra macchina: i mezzi hanno subito dei danni, “la mia auto è distrutta” racconta l’esponente politico che rassicura sulle sue condizioni di salute e di quelle dell’altro conducente.
Greco, in un post pubblicato sulla sua pagina social, ha raccontato della sua Odissea in ospedale dove è stato trasportato, insieme all’altra persona coinvolta nell’incidente, a bordo dell’ambulanza del 118.
“Da questo momento comincia un calvario che dura più di sette ore. Sette interminabili ore di attesa per una radiografia dopo un sinistro stradale, anche abbastanza serio, non sono accettabili” racconta il consigliere comunale del Pd di Enna.
In merito alle responsabilità di questa lunga attesa, il consigliere comunale non muove accuse al personale medico ed infermieristico per la semplice ragione che, di fatto, l’organico è ridotto all’osso. “Di chi è colpa? Sicuramente non è degli operatori socio-sanitari o degli infermieri né dell’unico medico presente, una giovane dottoressa poco più grande di me che da sola e con ritmi inverosimili questa notta gestiva non meno di 15 pazienti urgenti, quasi tutti con codice giallo”.
Lo stesso consigliere, nella sua analisi, sostiene di non dover addossare colpe nemmeno all’azienda sanitaria o ospedaliera. “Gli amministratori sanitari non possono fare magie e sono costretti ad operare al meglio con gli strumenti e il personale disponibile” argomenta Greco.
Greco ritiene che questa situazione, peraltro presente in tanti altri ospedali siciliani, sia figlia di una politica che, negli anni, ha scelto di non investire sulla sanità.
“Rispetto a una situazione – dice Greco – del genere penso che una responsabilità grave ci sia ed è tutta politica. Non di questo o quel Governo, sia chiaro. È una responsabilità atavica, che comincia anni fa, quando si è scelto di disinvestire sulla sanità pubblica, bloccando l’accesso alla formazione in ambito sanitario, bloccando i salari dei medici e degli operatori che lavorano nella sanità pubblica, non implementando gli organici e scaricando tutta la responsabilità sulle Aziende Sanitarie locali, il tutto a danno tanto degli utenti quanto di chi all’interno del mondo della sanità opera a vario titolo”