Come un’aspirina per un malato grave: questo l’effetto della pioggia abbattutasi nei giorni scorsi ad Enna che ha riempito d’acqua il lago di Pergusa. Invita a non lasciarsi andare a facili entusiasmi Giuseppe Maria Amato, responsabile della gestione delle risorse idriche di Legambiente Sicilia e profondo conoscitore dell’invaso ennese.
“Parlare di rinascita del lago è ben altra cosa: inoltre, va detto che dentro l’invaso di Pergusa non c’è più nulla, è tutto morto. In pratica, abbiamo una bacinella con un po’ d’acqua sul fondo, e basta” taglio corto l’ambientalista, che è stato intervistato da ViviEnna.
Ha piovuto, questo è certo, ma non sappiamo quanto perché manca il monitoraggio che noi chiediamo da anni. Di certo è entrata acqua nel lago ma la maggior parte, quella che noi vediamo, almeno fino alle ultime ore, non è acqua che è entrata nell’invaso ma che è caduta sul lago.
Il lago è grande 150 ettari, cioè un milione e mezzo di metri quadrati: quando cade un millimetro di pioggia su un metro quadro il conto è di un milione e mezzo di litri, pari a 1500 metri cubi d’acqua. Se, come immagino, ci siamo attestati, nel giorno dell’acquazzone, intorno ai 20 millimetri di pioggia, saranno caduti 30 mila metri cubi ma solo dentro il lago. Che non sono poca cosa ma non è la quantità che ci serve.
Sono stato, nella giornata di ieri, nel cavo del lago: si vede che c’è questo velo di acqua, molto importante comunque e capace di diluire quell’acqua rimasta fortemente salinizzata. Da un certo punto di vista, sotto l’aspetto puramente idraulico, l’effetto c’è stato. Ma c’è stato un altro effetto
L’opera di manutenzione dei canaloni non è stata realizzata. Perché se è vero che dal lato piano dei Mondelli, l’acqua è entrata con una certa violenza, è altrettanto vero che in tutte le altri parti si è fermata e la morale della favola è che l’acqua non entra nel lago.