La spaventosa crisi idrica che sta interessando l’Ennese comincia a dare i suoi effetti, in particolare alle attività economiche come bar, ristoranti e pizzerie, insomma aziende che non possono mai andare avanti senza l’acqua.
Ad Enna Alta, di fatto il cuore del turismo locale, già fortemente penalizzato dalla chiusura degli svincoli della A19 la cui apertura, tanto per non farci mancare nulla è slittata di 10-12 giorni rispetto alla data indicata dall’Anas, il 2 di agosto, l’approvvigionamento idrico avverrà ogni 4 giorni.
Un’eternità per tutti, specie in un periodo come questo, in piena estate e con temperature proibitive, in particolare per un’attività legata alla ristorazione. E così, non resta altro che prendere provvedimenti e le alternative sono due: chiudere o rivolgersi ai privati. ViviEnna ha sentito la testimonianza di un ristoratore che ha deciso di resistere e per farlo è costretto a compiere un investimento.
La mia attività è dotata di un serbatoio, montato negli anni scorsi, perché il problema dell’acqua, come è risaputo, è piuttosto datato.
Non c’è dubbio che con le condizioni paventate da AcquaEnna non potrò fare altro che acquistare un secondo serbatoio.
Dai primi calcoli credo serviranno tra le 400 e le 500 euro.
Ecco, l’acqua: il costo è abbastanza sensibile. Consideri che per una disponibilità di 1200 litri di acqua spendo 50 euro.
Non posso farci una settimana con quella scorta, per cui prevedo di compiere 4 ricariche ogni sette giorni. Fate voi i conti….
Affronteremo grossi sacrifici, non siamo un colosso della ristorazione, per cui dobbiamo stringere i denti, sperando che questo periodo passi in fretta. Ma c’è una cosa che si potrebbe fare.
Nel periodo della pandemia, furono concessi dei ristori alle attività commerciali. Ora, considerato il periodo di grave emergenza non sarebbe male che le istituzioni concedessero dei rimborsi nei confronti delle imprese come le nostre.