All’altare accompagnata dai suoi alunni, scesi in Sicilia dalla provincia di Bologna, e dall’amica d’infanzia, Mariolina La Paglia, per la sposa una seconda mamma. La storia arriva da Calascibetta, paesino di quattromila anime in provincia di Enna, gli sposi sono la xibetana Annamaria Ragona e Salvatore D’Angelo, casertano, convolati a nozze oggi pomeriggio, giornata segnata da un caldo opprimente.
A fare da cornice alla cerimonia religiosa, celebrata da don Maurizio Nicastro, la Regia Cappella Palatina, costruita sui ruderi del castello Marco ad opera del re Pietro II d’Aragona. Tredici alunni di San Giovanni in Persiceto, paese dove insegna Annamaria, la classe è la IV C, scuola primaria, si sono stretti attorno alla loro insegnante, mostrando affetto e amore. Del resto, il matrimonio è unione e amore. Nelle vesti di
paggetti e damigelle, i sui angioletti hanno dato un ulteriore tocco di purezza al rito nuziale.
“La giornata del nostro matrimonio non sarà solo un’occasione di unione tra due adulti-ha spiegato la sposa-ma poter gioire della presenza dei bambini è un’opportunità per riscoprire l’importanza dell’innocenza, della purezza e dell’amore che solo loro possono portare nel mondo”. Sono stati
gli alunni-ha aggiunto Annamaria- a darle la forza per andare avanti nei momenti difficili della sua vita. Quegli alunni, che, nel giorno più bello della sua vita, l’hanno ricoperta di affetto e gratitudine, accompagnandola all’altare.
Per i bambini è stata anche l’occasione per visitare Calascibetta, paese dove è nata la loro insegnante. Più volte, infatti, con quella genuina curiosità, tipica della loro età, i piccoli alunni le avevano espresso il desiderio di vedere quel paese e quella Sicilia che la maestra raccontava sempre. Detto, fatto. L’ocasione è stata ghiotta. In uno dei momenti più importanti e più belli della sua vita, Annamaria, che considera la scuola una seconda famiglia, non si è fatta sfuggire l’attimo per far felice se stessa, i suoi scolari e lo sposo. A proprie spese, li ha invitati nella sua Calascibetta impreziosendo il giorno del fatidico “si”. Come in una fiaba d’altri tempi.