Blitz di Goletta dei Laghi di Legambiente oggi sul lago di Pergusa, in Sicilia, in una delle regioni più colpite quest’anno dalla siccità.
“L’emergenza in Sicilia – denuncia l’associazione ambientalista – è figlia della siccità del Po del 2022 e di un trend collegato alla crisi climatica, in continua evoluzione e a cui in questi anni non sono seguiti interventi strutturati nella gestione della risorsa idrica che avrebbero potuto fare la differenza per contrastare oggi il problema.
Nel 2023, infatti, le precipitazioni in Italia sono state sostanzialmente nella media dopo il grave deficit del 2022, ma sono state registrate, secondo i dati forniti da Ispra, delle anomalie negative mensili durante l’anno, persistenti soprattutto da luglio a dicembre 2023 al Sud e Isole, che avrebbero dovuto essere un campanello di allarme per mettere in campo misure appropriate già da allora. Adesso, a pagarne lo scotto, sono i cittadini, i territori, l’ambiente e la biodiversità, senza contare i danni all’economia e all’agricoltura. L’anno prossimo a chi toccherà?”.
“Il lago di Pergusa, gioiello naturalistico unico in Sicilia e rifugio per una biodiversità inestimabile, è ormai un’ombra di sé stesso”, dichiarano Giuseppe Maria Amato, responsabile della gestione delle risorse idriche di Legambiente Sicilia e Franz Scavuzzo, presidente del circolo Erei di Legambiente Enna.
“La sua quasi totale scomparsa, causata dalla siccità e aggravata da un’evidente disattenzione istituzionale è un campanello d’allarme che non possiamo più ignorare. Chiediamo con forza interventi immediati per salvare ciò che resta di questo ecosistema prezioso e un’assunzione di responsabilità da parte di tutti gli enti coinvolti. Ribadiamo inoltre la necessità di una celere dismissione dell’autodromo, una struttura costosa e obsoleta oltre che simbolo vetusto di una concezione oramai tramontata dello sviluppo del territorio. Limitando l’espansione naturale del lago e alterando gli equilibri ecologici, l’autodromo di Pergusa contribuisce infatti a rendere il lago più vulnerabile agli effetti dei cambiamenti climatici, tra cui la siccità e la perdita di biodiversità Peraltro, è una scelta obsoleta per il territorio, per cui continuiamo a dire che va tutto ripensato alla luce del cambiamento climatico e dare ad Enna una visione di futuro diversa”
Per Giuseppe Amato, nell’immediato serve “la pulizia dei canaloni, la possibilità di riprogettare un intero sistema fognante, il monitoraggio ambientale costante, fatto già da oggi, perché è un aspetto fondamentale per capire quello che sta accadendo al lago”.
Legambiente ricorda che quest’anno, per via della siccità, Goletta dei Laghi in Sicilia non è riuscita a fare i suoi tradizionali campionamenti per monitorare lo stato di salute delle acque dei laghi Soprano e di Piana degli Albanesi, oltre che di Pergusa. Il bacino pergusino, un tempo rifugio per centinaia di uccelli migratori durante il loro viaggio tra l’Africa e l’Europa, oggi rischia di diventare un deserto anche dal punto di vista della biodiversità.
Per Legambiente non servono “soluzioni tampone spesso inappropriate, come le ordinanze di razionamento dell’acqua, la trivellazione di nuovi pozzi, il ricorso smisurato a nuovi dissalatori e nuovi invasi”. Servono, invece, interventi nazionali strutturali “non più rimandabili a partire da più investimenti per la risorsa idrica per l’ammodernamento della rete, il completamente delle opere mai finite come i depuratori e le reti fognarie, le 42 grandi dighe che ancora oggi sono in esercizio limitato, le 81 in fase di esercizio sperimentale con limitazione all’uso e le 2 in costruzione, senza considerare l’ammodernamento e lo sghiaiamento di quelle esistenti. Solo in questo modo si potranno superare quei ritardi e ostacoli che fanno dell’Italia un Paese indietro nella gestione dell’acqua”.
“L’Italia è il secondo Paese – dice Legambiente – più idrovoro d’Europa in termini di prelievi a uso potabile dopo la Grecia con un valore di 156,5 m3/anno per abitante; preoccupano le perdite della rete idrica che si attestano mediamente al 42%, con una forbice netta tra il nord ovest del Paese (perdita media del 32%) e del Sud (perdite medie del 51%). Secondo i dati Istat, l’acqua dispersa nelle reti comunali nel 2022 avrebbe potuto soddisfare il fabbisogno di 43,4 milioni di persone per un intero anno (il 75% della popolazione); in fatto di recupero delle acque reflue, oggi, in Italia solo il 4% del totale delle acque reflue depurate è ad esempio effettivamente destinato al riutilizzo in agricoltura, a fronte di un potenziale del 23%, secondo l’Enea, e questo a causa di aspetti tecnici, normativi, ma anche di carenze infrastrutturali. Dati preoccupanti su cui per Legambiente occorre al più presto intervenire. “L’emergenza siccità – dichiara Andrea Minutolo, responsabile scientifico di Legambiente – colpisce di anno in anno sempre più regioni della Penisola con una geometra variabile, come sta constatando anche Goletta dei Laghi che da fine giugno nel corso del suo viaggio ha visto i laghi del nord ricchi d’acqua per via delle piogge intense, e quelli del centro Italia e del sud molto più in sofferenza idrica per via delle poche piogge e dell’aumento delle temperature. La grande siccità del 2022 del fiume Po è stato un importante campanello dall’allarme, rimasto purtroppo inascoltato e frutto a sua volta di un’altra importante emergenza siccità. Oggi le immagini del Lago di Pergusa in Sicilia, in provincia di Enna, ci restituiscono l’immagine plastica di quella emergenza mai finita. Al Governo e al Commissario straordinario dell’Acqua diciamo di agire subito con una strategia nazionale della gestione idrica, più attenta e circolare, con interventi concreti non più rinviabili, ma anche con pratiche e misure per ridurre la domanda di acqua ed evitarne gli sprechi, negli usi civili e soprattutto negli usi agricoli”.