Museo Varisano a rischio chiusura, interrogazione Pd a Schifani

Finisce sul tavolo del presidente della Regione e dell’assessore ai Beni culturali la vicenda del museo Varisano, a Enna, che rischia la chiusura per via del trasferimento di parte del personale sui siti di Piazza Armerina. Una vicenda sollevata nei giorni scorsi da un gruppo di custodi del museo Varisano che hanno denunciato una progressiva emorragia di risorse umane del sito culturale ennese.

Il Pd sulle scelte del direttore

Il gruppo parlamentare del Pd, con in testa il deputato Fabio Venezia, ha presentato una interrogazione per chiedere “se questo Governo ed in particolare l’Assessore di competenza siano a conoscenza degli ultimi provvedimenti adottati dal neo-direttore”.

Secondo quanto sostenuto dai rappresentati del Pd, “negli ultimi anni solo il senso del dovere del personale del Museo Varisano hanno fatto sì che i numerosi turisti potessero godere a pieno dell’immenso e prezioso patrimonio di cui lo stesso dispone, personale che spesso si è spostato anche sui siti di Piazza Armerina per coprire le carenze di organico ma che oggi è stanco delle continue vessazioni e soprattutto della “minaccia” di trasferimenti che potrebbero determinare la chiusura definitiva del Museo”

La riduzione dell’offerta culturale

Inoltre, nella richiesta al Governo della Regione, i parlamentari del Pd paventano la possibilità di una drastica riduzione dell’offerta culturale, per cui, rivolgendosi a Schifani ed a Scarpinato, domandano “quali iniziative si intendono intraprendere con immediatezza per scongiurare trasferimenti che potrebbero penalizzare in primis il Museo archeologico di Enna ma in generale l’offerta complessiva del Parco”.

La carenza di personale

E poi, e non ultima per importanza, c’è la questione chiave: la carenza di personale, frutto di una scelta degli anni scorsi di non procedere con i concorsi. I deputati del Pd, rivolgendosi al Governo dell’isola, chiedono “quali iniziative si intendono intraprendere nel medio e lungo periodo per far fronte alla cronica e ormai cristallizzata carenza di personale che da decenni attanaglia i siti del Parco compromettendone la piena fruibilità e soprattutto un ampliamento dell’offerta che potrebbe essere un importante viatico anche rispetto alle esigenze economiche e occupazionali dell’intero territorio”.