“La nostra Associazione sta meditando di chiedere all’Unesco se siano rispettati i parametri di salvaguardia per la Villa del Casale da parte dell’Ente gestore, qualora venga appurato che la cura del monumento non è adeguata, chiederemo all’Unesco di revocare l’iscrizione nell’elenco Siti Unesco”.
Lo afferma il coordinamento provinciale di Enna di Siciliantica denunciando le condizioni in cui versa il tesoro storico di Piazza Armerina, al centro, negli ultimi mesi, di tante polemiche sul suo stato di salute, come emerso in una recente inchiesta giornalistica de il Corriere della Sera.
Secondo l’associazione, ci sono responsabilità ben precise da parte del Parco archeologico “Villa del Casale Morgantina” che fa capo alla Regione siciliana.
“Ci sono aree archeologiche abbandonate al proprio destino (che nella nostra provincia significa abbandonarli al saccheggio dei tombaroli) complessi monumentali come La Villa del Casale dove si continua a disquisire sul guano di colombi che acidificano i mosaici senza essere in grado di risolvere il problema”.
L’associazione tira in ballo anche la direzione del Parco, affidata di recente a Carmelo Nicotra, la cui nomina ha sollevato altre polemiche, spinte dal parlamentare regionale del Pd, Fabio Venezia, per via della sua competenza, essendo un agronomo.
“Eravamo preoccupati – si legge nella nota dell’associazione Siciliantica – dalla nomina dell’esperto di piante tropicali come Responsabile del Parco Archeologico “Villa del Casale Morgantina” che ingloba anche tutte le altre aree archeologiche dell’ennese e il Museo Archeologico di Palazzo Varisano di Enna. Avevamo il sospetto che questa nomina fosse in linea con la politica di abbandono condotta dell’Assessorato Regionale dei Beni Culturali negli ultimi anni rispetto la gestione degli uffici periferici e in particolar modo di quelli di Enna e provincia. Tutto inizia con la mancata nomina di un Responsabile del Servizio Beni Archeologici alla Soprintendenza di Enna che risale ormai al lontano 2022, mentre la figura dell’archeologo, nonostante il ricchissimo patrimonio archeologico da proteggere, manca dal 2019”.
L’associazione ha anche parlato della vicenda che sta interessando il museo Varisano di Enna che, come denunciato dai custodi, rischia di chiudere per lo spostamento in altri siti del personale.
“Ritornando sulla problematica aperta con lo spostamento dei custodi da Enna a Piazza Armerina esso rientra nel progetto di dismissione della Soprintendenza di Enna che noi contrasteremo con tutti i nostri mezzi. L’organizzazione delle varie Soprintendenze siciliane ne vede alcune dove abbondano custodi e figure tecniche mentre altre ne soffrono la mancanza, sappiamo benissimo che questa organizzazione disequilibrata è dovuta solo a interessi di carattere politico – sindacale. La chiusura parziale del Museo di Palazzo Varisano è il primo passo che porterà alla chiusura totale, rappresentando per la città di Enna la chiusura di uno spazio culturale dove veniva raccontata la storia antica di questi territori”.