“Il campo di atletica leggera chiuderà alle 21,00 e aprirà alle 17,00. Slittando di un’ora il tempo di utilizzo almeno nel periodo estivo. Questo l’indirizzo del sindaco e dell’amministrazione per andare incontro alle esigenze dei cittadini che praticano lo sport all’aperto”.
Lo affermano gli assessori Campanile e Vasapollo all’indomani della vicenda che ha interessato un gruppo di podesti ennesi rimasti chiusi nel campetto di atletica di Enna Bassa intorno alle 20, l’orario in cui è fissata la fine delle attività sportiva. In particolare, il custode ha deciso di andare via senza curarsi della presenza di persone all’interno dell’impianto e così, dopo le segnalazioni degli stessi “reclusi” si è riusciti ad intervenire. Ci ha pensato poi un dipendente del Comune a liberare i podisti.
“E’ doveroso, però – spiegano i due esponenti dell’amministrazione Dipietro – che la città sappia che il comune di Enna è tra i pochi ad offrire un’ampia offerta sportiva ai cittadini in diverse e variegate discipline. Ciò comporta uno sforzo enorme da parte del Comune che è a corto di personale e che investe consistenti risorse economiche per la gestione di tutti gli impianti che tiene attivi e fruibili quotidianamente. La ristrettezza di risorse umane ed economiche ci impone di ricorrere all’aiuto di società sportive ove possibile e di ottimizzare al massimo il poco personale che c’è. Dalle piscine coperte alle scoperte ai campi di tennis, Palazzetto dello Sport, impianti di pallavolo, campi di calcio, stadio Gaeta ecc”.
Gli assessori sostengono che la linea del Comune è chiara: aprire tutti gli impianti anche se la coperta del personale è corta.. “Dobbiamo ringraziare – aggiungono Campanile e Vasapollo – quei dipendenti che si dedicano all’ impiantistica sportiva e che spesso vanno oltre ciò che sarebbero tenuti a fare. Probabilmente sarebbe più opportuno politicamente, fare funzionare meno impianti ma alla perfezione, ovvero con la corretta destinazione di risorse umane ed economiche. La scelta dell’amministrazione e’ sempre stata, invece, quella di garantire più servizi possibile, anche a costo di qualche disfunzione. Lo sport è uno spazio sano che va garantito alla comunità con ogni sforzo possibile anche a costo di qualche inefficienza”.