Catenanuova

Un insediamento romano nel cantiere ferroviario

“Attualmente le indagini archeologiche nel sito sono ancora in corso, ai sensi del vigente Codice
degli appalti e solo quando verranno completate la Soprintendenza di Enna potrà proporre al Superiore Assessorato il provvedimento di tutela dell’area archeologica ai sensi del Codice dei beni culturali e del paesaggio”. Lo riferisce il soprintendente di Enna, Angelo Franco, in merito alla notizia del ritrovamento nei giorni scorsi nell’area del cantiere del raddoppio ferroviario di Catenanuova di un insediamento di epoca romana, risalente all’età imperiale tra la metà del primo ed il terzo secolo dopo Cristo

“Tutela garantita”

Secondo quanto fa sapere il soprintendente , “la mancata dichiarazione d’interesse sull’area di Cuticchi in considerazione che l’area medesima si trova oggi a vario titolo in possesso della Pubblica Amministrazione, in quanto area di cantiere per la realizzazione dell’opera di raddoppio della ferrovia, non rileva una mancata attività di tutela da parte dell’organo competente, poiché la presenza continua dei lavori, compreso l’attività di ricerca archeologica, costituisce di fatto una tutela diretta dell’area sulla quale sin dall’inizio dei lavori è stata predisposta un servizio di guardiania h24”

Reperti già rimossi

“Per quanto riguarda la tutela dei reperti mobili già rinvenuti, questi sono stati già catalogati e messi
in sicurezza, ai fini di una prossima valorizzazione entro un allestimento museale che la
Soprintendenza sta provvedendo a progettare in un edificio storico messo a disposizione dal
Comune di Assoro, nel cui territorio ricade il sito di Cuticchi”.

Primo rinvenimento nel 2008

Il soprintendente di Enna spiega anche la storia di questo rinvenimento, risalente a 16 anni fa. “Il sito di età romana venne individuato grazie alle ricognizioni effettuate da un’archeologa assunta dalla ditta proponente in loco un progetto di impianto eolico, nel 2008, per il procedimento di verifica preventiva dell’interesse archeologico attivato dalla Soprintendenza di Enna”.

La perimetrazione

Inoltre, “l’area con diffusi reperti assegnabili ad età romana e bizantina venne perimetrata dall’archeologa professionista e dalla funzionaria archeologa che ne curò l’inserimento nelle 350 aree di interesse archeologico dell’approvando piano d’ambito 12 del Piano territoriale paesaggistico della Regione Siciliana”. L’impianto eolico non venne poi realizzato.

Cosa è accaduto dopo

Il responsabile della Soprintendenza di Enna svela cosa è accaduto dopo quel ritrovamento. “Nel 2015 la Soprintendenza di Enna avviò un altro procedimento di archeologia preventiva in relazione al progetto Italferr di raddoppio ferroviario”. A quel punto, “vennero realizzati, nel 2020 alcuni saggi preventivi a campione sotto la direzione della funzionaria archeologa entro l’area archeologica di Cuticchi già individuata dal PTPR, che diedero esito positivo e quindi la sezione archeologica chiese una campagna di rilievi geofisici e l’estensione degli scavi archeologici in tutta l’area di cantiere”.

La scoperta recente

E così, secondo Di Franco, grazie a queste indagini, coordinate dalla Soprintendenza, “sono venuti in luce gli importanti reperti archeologici segnalati dalla ditta Italferr la quale, in quanto stazione appaltante dell’opera, ha l’obbligo di attuare le prescrizioni di tutela della Soprintendenza, assolvendo agli oneri finanziari delle indagini preliminari”

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Redazione