Tanto tuonò che piovve. E così il Comune di Enna che si era ostinato ad affidare direttamente all’Università Kore l’incarico di progettazione esecutiva del Parco Urbano di Enna bassa, ha preferito “sbattere” contro il muro della giustizia amministrativa.
Non sono bastati gli avvertimenti dell’ordine degli architetti di Enna, il cui ricorso al TAR di Catania era stato preceduto da una richiesta di annullamento in autotutela e non è bastato neanche il nostro disappunto in cui avevamo auspicato di “ non tirare troppo la corda ” e di trovare soluzioni che evitassero il solito scontro a colpi di carta bollata.
Per il TAR di Catania, la cui sentenza è stata depositata venerdì scorso, il Comune non è stato in grado di provare il possesso dei requisiti previsti dalla normativa vigente per consentire all’ateneo di svolgere una siffatta tipologia di incarico professionale. Nè, d’altra parte, lo ha fatto la stessa Università Kore che si è limitata ad una costituzione in giudizio solo formale.
Ma c’è un problema in più che si registra anche in questa vicenda, la tendenza di fare leva sull’investitura pubblica per scoraggiare comportamenti ritenuti offensivi o irriguardosi nei confronti di chi non tollera critiche o di chi è o si ritiene superiore. Il risultato è che si è perso tempo prezioso e che la progettazione esecutiva del Parco Urbano dovrà essere riaffidata attraverso le procedure concorrenziali che prevede il
codice dei contratti pubblici. Rimane una domanda che prima o poi dovrà trovare risposta. Chi pagherà questo capriccio visto che il Comune è stato anche condannato alle spese per un ammontare
di euro 3.000. Saranno ancora una volta i cittadini ennesi a farsene carico?