Si è svolta domenica pomeriggio al Terzo Tempo Irish Pub a Troina la conferenza sul tema “La storia sconosciuta dei soldati troinesi dopo l’8 settembre 1943” organizzata dall’associazione culturale Antonio Gramsci. Ne hanno parlato Silvano Privitera, Basilio Arona, Valeria Caputo, Maria Concetta Di Blasi, che hanno condotto delle ricerche su quest’argomento.
Di come hanno vissuto la seconda guerra mondiale i troinesi in paese, si sa molto. Ma di quelli che allora a Troina non c’erano, ed erano tanti, perché da militari erano sparsi in Francia, Russia, Grecia a combattere, fino a ieri si sapeva poco o nulla. In questa ricerca Caputo e Di Blasi, due docenti di scuola media, hanno coinvolto anche i loro alunni. Quei soldati troinesi di ottant’anni fa erano tutti giovani dai 20 i 30 anni di età. Molti di loro, dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, si ritrovarono in Liguria e
Piemonte e da lì non poterono raggiungere Troina perché, tranne la Sicilia dove le forze alleate
angloamericane avevano battuto le forze italotedesche, tutta la penisola italiana era sotto controllo
tedesco. Non ci furono soldati troinesi che aderirono alla Repubblica Sociale di Mussolini.
Alcuni entrarono nelle formazioni partigiane in lotta contro i nazifascisti. Altri trovarono rifugio nella
famiglie contadine liguri e piemontesi. Molti militari troinesi furono catturati dai nazifascisti ed internati in Germania negli “stammlager” (campi di concentramento) perché si rifiutarono di aderire alla Repubblica Sociale di Mussolini. Finirono tutti nei lager nazisti in Germani e Polonia i soldati troinesi che nei giorni dell’armistizio dal 3 all’8 settembre 1943 erano nell’ex Jugoslavia e in Grecia. Commoventi le testimonianze di Mimì Castano e di Rosa Miraglia, che hanno raccontato le vicende, dei loro due parenti stretti: Angelo, il padre di Mimì che tornò vivo Troina, e Francesco, il fratello di Rosa che nel lager lasciò la sua vita.