Autonomia differenziata, bufera su Longi, “rafforza il Sud”

E’ bufera sui deputati eletti in Sicilia che hanno votato l’autonomia differenziata. Tra questi c’è la parlamentare ennese, Eliana Longi, raggiunta da critiche da parte dell’opposizione al Governo nazionale per la circostanza che questa legge aumenterebbe il divario tra il ricco Nord e le regioni del Sud.

Chi sono i 10 parlamentari

Per FdI Giovanni Cannata, Gianluca Caramanna, Francesco Ciancitto, Antonio Giordano, Eliana Longi, Manlio Messina, Maria Carolina Varchi; per Forza Italia Giuseppe Castiglione; per la Lega Anastasio Carrà; per Noi Moderati Calogero Pisano.

Longi, “rafforza il Sud”

“L’autonomia differenziata non penalizza il Sud Italia e il Meridione, ma attua la Costituzione italiana, così come voluto il centrosinistra nel 2001 – dice la parlamentare nazionale di FdI, Eliana Longi – con la riforma della Costituzione e del titolo V. Abbiamo voluto approvare una norma che da più garanzie di equità di quelle previste della Carta: le regioni che vorranno attuare un processo di autonomia, dovranno trovare un’intesa con lo Stato, che dovrà essere approvata in Parlamento. Inoltre la legge chiarisce che il processo di autonomia può avvenire soltanto dopo la definizione dei Livelli Essenziali di Prestazione (LEP), superando finalmente le attuali condizioni che penalizzano davvero il Mezzogiorno ed eliminando i divari”

Autonomia Differenziata: Come funziona?

L’autonomia differenziata, come riportato dall’agenzia di stampa AGI, è il riconoscimento, da parte dello Stato, dell’attribuzione a una Regione di una autonomia legislativa su materie di competenza concorrente e, in tre casi, di materie di competenza esclusiva dello Stato. Insieme alle competenze, le Regioni possono anche trattenere il gettito fiscale, che non sarebbe più distribuito su base nazionale a seconda delle necessità collettive

In 11 articoli, la nuova norma definisce le procedure legislative e amministrative per l’applicazione di quanto previsto dalla Carta, regolando le procedure per intese tra Stato e quelle Regioni che decideranno di chiedere una autonomia differenziata in 23 materie. Prima di presentare la richiesta, ogni singola Regione dovrà acquisire pareri di Comuni, Province ed enti regionali del suo territorio.

Materie coinvolte

Le materie per cui è possibile questa richiesta sono: salute, istruzione, sport, ambiente, energia, trasporti, cultura e commercio con l’estero. Per 14 di queste materie vanno definiti i Lep, Livelli Essenziali di Prestazione. Lo Stato e la Regione richiedente l’autonomia differenziata avranno tempo 5 mesi dalla richiesta della Regione per arrivare a un accordo. Le intese potranno durare fino a 10 anni e poi essere rinnovate, e potranno anche essere interrotte prima della scadenza da Stato o Regione con preavviso di almeno 12 mesi.

    Lo Stato e la Regione richiedente l’autonomia differenziata avranno tempo 5 mesi dalla richiesta della Regione per arrivare a un accordo. Le intese potranno durare fino a 10 anni e poi essere rinnovate, e potranno anche essere interrotte prima della scadenza da Stato o Regione con preavviso di almeno 12 mesi.

Cosa sono i Lep

Cuore della riforma sono i Lep, il servizio minimo che deve essere garantito in modo uniforme sull’intero territorio nazionale. La determinazione dei costi e dei fabbisogni standard avviene sulla base di una ricognizione della spesa storica dello Stato in ogni Regione nell’ultimo triennio. L’esecutivo entro 24 mesi dall’entrata in vigore della legge approvata oggi dovrà varare uno o più decreti legislativi per determinare livelli e importi dei Lep.

Il trasferimento di funzioni da Stato a Regione sarà possibile solo successivamente alla determinazione dei Lep e nei limiti delle risorse rese disponibili in legge di bilancio.


Una cabina di regia del governo nazionale dovrà effettuare periodica ricognizione del quadro normativo in relazione a ciascuna funzione amministrativa statale e delle regioni ordinarie e individuare materie o ambiti di materie riferibili ai Lep sui diritti civili e sociali che devono essere garantiti allo stesso modo in tutto il territorio nazionale. Ne fanno parte tutti i ministri competenti, assistiti da una segreteria tecnica presso il Dipartimento Affari Regionali e Autonomie della Presidenza del Consiglio. Il governo può sostituirsi a organi di Regioni, Città metropolitane, Province e Comuni quando verifichi loro inadempienze rispetto a trattati internazionali, normative comunitarie oppure riscontri un pericolo grave per la sicurezza pubblica inclusa la garanzia di diritti civili e sociali e occorra tutelare l’unità giuridica o quella economica del Paese.