Tanto tuonò che piovve. E così la Soprintendenza ha disposto, come riportato dall’agenzia Ansa, la demolizione del muro di cemento costruito a ridosso del catello di Lombardia. La settimana scorsa, lo stesso soprintendente, Angelo Di Franco, in una intervista a ViviEnna, aveva manifestato più di una perplessità sugli interventi in corso sul maniero, che, peraltro, hanno sollevato una ondata di indignazione da parte delle associazioni, tra cui Sicilia antica, la prima a lanciare il sasso nello stagno.
Qualcosa, evidentemente, non ha collimato con il progetto, fatto sta che la soprintendenza ha deciso di cambiare percorso, eppure, dopo le dichiarazioni del soprintendente, erano intervenuti il direttore dei lavori ed il Rup, che, invece, avevano dato ampie rassicurazioni, ribadendo che avevano in mano tutte le autorizzazioni ed i pareri necessari.
Il parlamentare regionale del Mpa, Giuseppe Lombardo, ha presentato una interrogazione parlamentare sostenendo che la soprintendenza non ha avviato le procedure per l’impiego dei lavori di somma urgenza e messa in sicurezza del castello, “compromettendo la fruizione della struttura ai visitatori”.
La vicenda, naturalmente, ha creato uno scontro politico. Da una parte l’opposizione, con il Pd in testa, che ha sollevato critiche sui lavori, chiamando in causa il Comune ed a cascata l’amministrazione Dipietro, dall’altra le forze politiche più vicine al sindaco come FdI e Mpa che, a loro volta, hanno accusato il Partito democratico di strumentalizzazione politica, in vista delle elezioni del prossimo anno. Frattanto, le polemiche, specie dopo la decisione della Soprintendenza, saranno destinate ad aumentare, del resto domani della questione se ne discuterà in occasione del Consiglio comunale.