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Rugolo, gip archivia querela contro Rete l’Abuso, ecco perché

Il Gip del Tribunale di Savona, Emilio Fois, ha archiviato la querela di don Giuseppe Rugolo alla Rete L’Abuso. Il sacerdote condannato lo scorso 5 marzo a 4 anni e 6 mesi per violenza sessuale aggravata a danno di minori aveva denunciato per diffamazione e pubblicazione arbitraria di atti Francesco Zanardi, presidente dell’associazione, costituitasi parte civile nel processo. In particolare, la vicenda ruota attorno ad alcuni articoli pubblicati da Zanardi sulla vicenda giudiziaria di Rugolo.

Le ragioni di Rugolo

Nel provvedimento del Gip di Savona sono indicate le ragioni del sacerdote che, “oltre ad insistere sulla sussistenza del delitto di diffamazione, evidenzia anche che negli articoli pubblicati sul sito vi è il resoconto dell’istruttoria dibattimentale ed uno stralcio di uria dichiarazione testimoniale di un processo
svoltosi a porte chiuse”

Le motivazioni del gip

Secondo il gip di, “l’articolo si basa evidentemente sulla narrazione dell’abusato che è testimone del processo e costituisce la fonte principale e diretta di conoscenza sul reato contestato a Rugolo. Trattasi di narrazione che già all’epoca aveva trovato credito in provvedimenti giurisdizionali”.

Inoltre, “con riguardo alla vicenda processuale raccontata, gli articoli, pur avendo un contenuto oggettivamente lesivo della reputazione di don Rugolo, effettivamente indicato come “pedofilo”, rispettano tutti i canoni delineati dalla giurisprudenza per la sussistenza della scriminante del diritto di cronaca, quale la verità dei fatti (o quantomeno la verità putativa basata su una seria ricerca sulle fonti primarie di conoscenza), l’interesse pubblico all’informazione e la c.d. continenza”.

Il tema della libertà di informazione

Secondo la tesi della difesa di Rugolo, come si evince nel provvedimento del gip di Savona, “il giornalista non avrebbe dovuto prendere posizione sulla veridicità dei fatti raccontati dal testimone prima del formarsi di un giudicato di condanna”

“Ma tale tesi, a ben vedere implicherebbe una compressione inaccettabile della libertà di informazione perché sostanzialmente vieterebbe ai cronisti di parlare dei fatti oggetto di accertamento penale se non dopo l’irrevocabilità delle relative sentenze e sempre in linea l’accertamento processuale” prosegue il gip.

Le denunce a Enna

Ad Enna si attende la decisione del gip per decidere sull’opposizione alla richiesta di archiviazione avanzata dalla difesa di Rugolo nei confronti di Antonio Messina il giovane che ha denunciato gli abusi e la giornalista Manuela Acqua, entrambi accusati di diffamazione e diffusione di atti procedurali.

La vicenda

La denuncia trae origine da un episodio: Messina e Acqua avrebbero condiviso sui loro profili social uno screenshot di una pagina di un giornale che riportava le intercettazioni del vescovo della diocesi di Piazza Armerina, Rosario Gisana, che, a telefono con un altro sacerdote, parlava di certe caratteristiche degli omosessuali, facendo intendere che la denuncia di Messina altro non era che “una pura vendetta di una persona innamorata”.

I legali di Messina e Acqua, Eleanna Parasiliti Molica e Giovanni Di Giovanni, hanno eccepito il fatto che in nessun modo  Rugolo avrebbe alcun titolo a presentare l’opposizione in quanto si parla del vescovo e non del prete.

Gli altri giornalisti denunciati

Ad essere denunciati sono stati anche 2 giornalisti ennesi, Pierelisa Rizzo e Filippo Occhino che compariranno davanti al gup il 9 luglio prossimo.

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Redazione