Beni culturali, la Regione vuole manager e non tecnici

Il problema della dirigenza pubblica regionale in relazione ai profili professionali è serio e richiede una specifica riflessione. Se è infatti vero che la dirigenza unica ha assunto una funzione manageriale, è altrettanto verso che in alcuni ambiti della pubblica amministrazione, in cui elevata è la discrezionalità tecnica, l’assunzione di responsabilità richiede un’adeguata formazione professionale.

I beni culturali

Il settore dei beni culturali, ad esempio, è un settore in cui quest’ultima esigenza richiederebbe una diversa attenzione normativa. Il parere dell’Amministrazione dei beni culturali, previsto dal sistema delle relative tutele, si configura nell’attuale assetto normativo come un atto a contenuto decisorio, attraverso il quale il Dirigente incaricato esprime in via preventiva, un giudizio di natura tecnico-discrezionale sulla conformità degli interventi proposti con le esigenze di tutela sottese alle diverse tipologie di vincolo (storico, architettonico, archeologico, etnoantropologico, archeologico e paesaggistico); inoltre,
richiedendo l’applicazione di cognizioni tecniche specialistiche proprie di settori specifici, come quelli della storia, dell’arte e dell’architettura, la stessa valutazione si connota in termini di ampia discrezionalità tecnico–specialistica.

I profili tecnici

Il giudizio affidato all’Amministrazione dei beni culturali è, pertanto, connotato da un’ampia discrezionalità tecnico-valutativa, poiché implica l’applicazione di cognizioni tecniche specialistiche
proprie di settori scientifici disciplinari della storia, dell’arte e dell’architettura, caratterizzati
da ampi margini di opinabilità. Di conseguenza, l’apprezzamento compiuto è sindacabile esclusivamente sotto i profili della logicità, coerenza e completezza della valutazione, considerati anche per l’aspetto
concernente la correttezza del criterio tecnico e del procedimento applicativo prescelto, fermo restando il limite della relatività delle valutazioni scientifiche.

Le decisioni

Ora, se questo è il contesto di riferimento in cui opera la citata discrezionalità, viene parecchio difficile accettare decisioni e provvedimenti finali sottoscritti da dirigenti sprovvisti di particolare specializzazione professionale, culturale e scientifica in materia di patrimonio culturale desumibile da concrete esperienze di lavoro maturate.