“Parrebbe che la soprintendenza avrebbe prima autorizzato e poi cambiato idea. Se l’idea è migliorativa (anche se strana sotto il profilo procedurale) che ben venga se fattibile”. Lo affermano, in una nota, i gruppi consiliari a sostegno dell’amministrazione Dipietro in merito ai lavori di riqualificazione del Castello di Lombardia.
Una presa di posizione che, comunque, conferma le perplessità manifestate a ViviEnna dal soprintendente Angelo Di Franco dopo i primi interventi sulla fortezza, ora al centro di uno scontro politico. Peraltro, nelle ore scorse il deputato regionale del Mpa, Giuseppe Lombardo ha presentato una interrogazione per chiedere conto alla Soprintendenza sui ritardi dei lavori in quanto non sarebbero state avviate le “procedure per l’impiego delle somme stanziate”. Insomma, il problema dei lavori c’è ed è abbastanza serio.
“L’unica cosa che non può accadere è che tra proteste, sit in e altra roba il castello resti barricato per anni. Vigileremo per scongiurare ipotesi del genere, ricordando che tempo fa, fu smantellato il teatro e chiusa l’area per anni e anni” spiegano le forze a sostegno del sindaco.
“La chiusura del castello è un danno – dicono i gruppi consiliari a sostegno del sindaco – per l’economia della nostra città e sarebbe un errore che questo problema diventasse terreno di scontro politico. L’attenzione sui beni culturali da parte delle amministrazioni Dipietro è stato sempre massimo, riteniamo di potere dire senza precedenti. In pochi anni abbiamo aperto tre musei ( Museo del Mito, Delle Confraternite e Palazzo Chiaramonte”.
I gruppi politici pro sindaco affermano che è stato questo governo della città ad ottenere “una ingente somma di finanziamento per riqualificarlo dopo l’abbandono per decenni da parte delle precedenti amministrazioni. Anzi, fu proprio Dipietro ad acquisire il castello dal demanio”