Frode a Nicosia, arrestati imprenditori e commercialisti
Nicosia - 12/06/2024
Le Fiamme gialle di Enna hanno eseguito cinque ordinanze di custodia cautelare e sequestrato beni e quote societarie per circa 1 milione di euro, nell’ambito di un’inchiesta su una frode fiscale e societaria. Le persone indagate sono in tutto nove.
Le accuse
Le accuse contestate riguardano ipotesi di trasferimento fraudolento di valori, emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, occultamento e distruzione di scritture contabili, riciclaggio, autoriciclaggio, violenza privata, reati societari e reati ambientali, che sarebbero stati commessi nei territori di Nicosia (Enna), Siracusa e Catania.
Due imprenditori di Nicosia
Le misure cautelari in carcere riguardano tre persone di Nicosia (En). Si tratta di due notissimi imprenditori, amministratori di un’azienda che commercializza ed installa infissi, e di un commercialista, anche questo molto noto. Per due indagati, un uomo ed una donna, titolari di altre due aziende, sono stati disposti gli arresti domiciliari.
Maxi frode fiscale
Sarebbero coinvolti un una maxi frode fiscale. Il meccanismo ricostruito della Guardia di finanza ha permesso di accertare che uno dei due imprenditori arrestati da oltre 20 anni era socio occulto dell’azienda di infissi. L’uomo che risulterebbe avere numerosi precedenti penali avrebbe ceduto solo in modo fittizio la quota del 51% dell’azienda, al solo scopo di sottrarla ad eventuali sequestri. Di fatto avrebbe sempre mantenuto la guida dell’impresa e per nascondere ogni operazione contabile a lui riconducibile era stata realizzata una contabilità totalmente in nero.
I ruoli
L’altro imprenditore arrestato era l’amministratore formale dell’impresa, mentre i due indagati agli arresti domiciliari avrebbero favorito attraverso le rispettive imprese il meccanismo di frode con il supporto tecnico del commercialista, con il meccanismo delle false fatturazioni che permetteva riciclaggio ed autoriciclaggio dei proventi trasferiti in nero al socio occulto. I soci di minoranza con questo meccanismo venivano esclusi dalla partecipazione agli utili.