Il Parlamento Europeo, che andrà al rinnovo in questi giorni, è un importante organo del sistema democratico di ogni Stato-Nazione appartenente all’Unione Europea. Da diversi lustri i popoli europei non esprimono più la sovranità popolare attraverso il solo canale statuale. Quote di tale sovranità sono state infatti traslate verso l’alto, verso il basso, a sinistra e a destra secondo una visione poliarchica o federalista.
Oggi, certamente più che in passato, la sovranità è rappresentabile attraverso l’Idra di Lerna, il mostro della mitologia greca e romana con tante teste. Le teste più vicine al corpo (e quindi al popolo) sono gli enti locali e quelle più lontane dal medesimo corpo sono le Istituzioni europee. E’ per tale ragione che i cittadini percepiscono come distanti quest’ultime Istituzioni, pur avendo la consapevolezza della loro importanza. A renderle più lontane sono però anche le modalità attraverso le quali i partiti hanno selezionato i rispettivi candidati. Quasi tutti i partiti politici hanno imposto dall’alto le proprie scelte, frutto di cooptazioni e giochi di potere che poco hanno a che fare con la partecipazione e la condivisione dal basso e molto con l’aritmetica dei pesi contrattuali che caratterizza le contemporanee classi dirigenti.
Se questo è lo scenario, ciò che molti sondaggisti temono è che l’affluenza in Italia possa precipitare sotto la soglia psicologica del 50% di aventi diritto al voto. Alle Europee del 2019 in Italia andò a votare il 54,5% degli elettori ma poiché il dato dell’affluenza è in calo costante da vent’anni è molto più alta la probabilità che l’asticella tenderà a scendere piuttosto che risalire.
Foto tratta da unioneeuropea.it