Per dieci sere consecutive, a partire da lunedì, Valguarnera è in festa per la celebrazione del Corpus Domini per le cosiddette “sir’ rù Signur”, durante le quali il Santissimo Sacramento tocca tutti i quartieri del
paese.
Ogni sera, protetto da un ricco baldacchino ricamato in oro, accompagnato dal clero locale e da una moltitudine di fedeli, percorre strade diverse, lungo le quali vengono preparati gli altarini, addobbati
da fiori e da vari tessuti ricamati, dove i sacerdoti depongono al passaggio l’ostensorio contenente il Sacramento e intonano l’Inno del Tantum Ergo, che si conclude con la benedizione eucaristica, segnata
dallo sparo dei mortaretti e dal suono della banda musicale.
Ad aprire il corteo sui due lati, in religioso silenzio, le confraternite del paese ed una lunga schiera di ragazzini vestiti con tuniche bianche che pregano e intonano ode al Signore. Le strade in cui Passa “U Signur”, sono addobbate con fiori e piante ornamentali, dai balconi rivestiti da lenzuola bianche vengono lanciati petali di rose al suo passaggio. Questa festa particolarmente sentita dai valguarneresi, quasi unica in tutta la Provincia, è anche un momento di incontro tra la cittadinanza che si riversa massicciamente nei diversi quartieri del paese. Durante i dieci giorni gli abitanti dei quartieri ove passa la processione, si
prodigano con meticolosa cura sia per devozione che per sciogliere un voto all’allestimento degli altari. Un’altra antica consuetudine che va però scomparendo è data dal fatto che dopo il rientro della
processione, le persone si riuniscono per degustare alcune pietanze della cucina contadina, (fave e ceci) oltre che i diversi dolci preparati da quanti hanno collaborato all’allestimento di un altare.
Dieci giorni sicuramente impegnativi per il clero, tanto che negli anni passati si era parlato di abolirla questa antica tradizione o di accorciarne i giorni. Il Parroco della chiesa Madre Francesco Rizzo però, proprio in questi giorni si è mostrato contrario: “sino a quando -ha detto- vedrò questa devozione e tanta partecipazione andremo avanti anche con notevoli sacrifici da parte nostra”. Una antica tradizione dunque, unica nel suo genere, da salvaguardare e da valorizzare che assieme a quella di San Giuseppe, la fa annoverare tra le più affascinati feste locali siciliane.
Tanto che per valorizzarla maggiormente e conservarne il fascino, quest’anno con il contributo del Comune di Valguarnera e della Pro Loco “Terre di Carrapipi”, durante i 10 giorni si terranno degli
spettacoli itineranti, mostre fotografiche e concerti nonché per domenica 9 giugno anche la distribuzione del pane “cunzato” a cura di cuochi locali presso l’antiquarium comunale e per la prima volta
anche l’allestimento di un altare tradizionale (lunedì 10 giugno) presso la Villa Falcone- Borsellino. La “Festa”