Il mondo dell’accoglienza insieme a quello dell’associazionismo e, in particolar modo, della scuola per condividere i valori “in gioco”, ovvero quelli della multiculturalità, della libertà e della pace tra i popoli, un tema questo che torna prepotentemente in auge a causa delle guerre che stanno insanguinando alcuni Paesi europei.
La seconda edizione del “Festival degli Aquiloni, Multicultura, in gioco!”, che si terrà in sei paesi dell’ennese, oltre che a Carlentini e a San Gregorio di Catania, vedrà impegnati circa seimila ragazzi, più di
ottocento tra operatori sociali, scolastici e volontari e duecento beneficiari del Sistema di accoglienza e integrazione. Ottomila gli aquiloni che voleranno nel cielo delle otto città siciliane. Si tratta di un
evento di sensibilizzazione itinerante organizzato dalla Società Cooperativa sociale “Iblea Servizi Territoriali”, nell’ambito dei progetti della Rete S.A.I. (Sistema di Accoglienza e Integrazione del Ministero
dell’Interno). Oltre ai diversi partner territoriali, il “Festival degli Aquiloni” vedrà coinvolti diversi istituti scolastici. A Calascibetta, ieri mattina, sono stati gli alunni dell’istituto Comprensivo “Santa Chiara” a
partecipare al progetto. Location dell’evento piazza Umberto I, “cuore del paese”, dove si sono ritrovati sia gli alunni sia gli ospiti in accoglienza, diversi di loro provenienti dai paesi dell’Africa subsahariana, dal Medio Oriente, ma anche dall’Afganistan, paese in cui trae spunto il “Festival degli Aquiloni”.
E’ stato bello vedere l’agorà xibetana, gremita di alunni e migranti, trasformarsi in uno spazio
multicolore dove sono risaltate le bandiere della pace cucite direttamente dai migranti, gente in qualche modo in credito dalla vita. Diversi infine gli aquiloni che hanno spiccato il volo, tra questi anche
quelli realizzati dalla scuola xibetana contenenti messaggi di pace e di accoglienza. Un progetto nobile, con l’obiettivo di abbattere le barriere architettoniche, promuovere una riflessione sui temi delle migrazioni e dell’accoglienza e favorire concretamente l’inclusione.
Francesco Librizzi