La crisi idrica non sta polverizzando solo i raccolti agricoli ma anche i foraggi per alimentare le aziende zootecniche. E così, si sta procedendo, speditamente, verso un aumento esponenziale delle macellazioni degli animali, come denunciato dagli imprenditori ennesi, recentemente incatenatasi davanti all’ingresso della Prefettura di Enna e, nel corso della seduta dell’Assemblea regionale siciliana dal deputato del Pd, Fabio Venezia.
“Il Governo dovrebbe sapere – dice Venezia – che nel solo mese di maggio sono raddoppiate le macellazioni nei mattatoi della Sicilia: gli allevatori sono costretti a dimezzare il patrimonio zootecnico che sta andando a finire nelle mani delle catene della grande distribuzione a prezzi irrisori. Si favoriscono i mercanti di carne sulle pelle degli allevatori”.
Il comparto zootecnico è una delle colonne portanti dell’economia siciliana, basta andare a leggere i dati forniti dallo stesso deputato regionale: ci sono 360 mila bovini, 870 ovini e caprini e 73 mila suini.
Nel corso del suo intervento, Venezia ha detto che i 5 milioni messi a disposizione della Regione, legati all’emergenza agricola connessa alla dilagante siccità, non solo sono pochi e non arriveranno subito. “I 5 milioni stanziati dal comparto zootecnico sono risibili ma arriveranno tra sei mesi o un anno. Conti alla mano ogni azienda riceverà circa 300/400 euro. Gli agricoltori si ribelleranno quando capiranno che è stata solo una operazione di propaganda”.
Per lo stato di emergenza della siccità, il Governo nazionale ha, per il momento, messo sul tavolo 20 milioni. “Il Governo nazionale e Musumeci non comprendono l’entità della crisi in Sicilia. Le relazioni della Protezione civile evidenziano richieste per 720 milioni euro ed il presidente della Regione Schifani invece di andare a Roma ha preferito non lottare”.
Infine, Venezia solleva il problema del mancato sfruttamento dei Fondi di coesione e sviluppo 2021-2027 che, nella sua tesi, avrebbero potuto risolvere il problema dell’acqua, soprattutto per quanto concerne le perdite delle condotte.
“Abbiamo fatto presente che 339 milioni di metri cubi di acqua, secondo dati Istat, si perdono ogni anno. C’era la possibilità di stanziare una parte dei 6 miliardi ed 800 milioni per efficientare il sistema delle dighe, per realizzare acquedotti rurali, per ridurre le perdite lungo le condotte ed invece, per questi interventi, abbiamo solo meno del 6 per cento del Fsc”